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SULMONA – “Conoscere al più presto e in via ufficiale il grado di vulnerabilità sismica dell’edificio scolastico dell’Iti di Pratola Peligna dove a tutt’oggi risultano ospitati l’Itc e l’Itg di Sulmona con sede ancora indisponibile”. Lo chiedono agli organi preposti il comitato De Nino-Morandi, presieduto dal professore Franco D’Amico, e venti genitori dell’istituto che hanno firmato la missiva indirizzata al Presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso, al Prefetto Giuseppe Linardi, al Direttore Regionale Usr Antonella Tozza, al sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino e per conoscenza anche al Ministero dell’Istruzione, Procura della Repubblica di Sulmona, Corte dei Conti e assessorato regionale alla protezione civile. Una mossa che rende ancor più calda l’estate dell’edilizia scolastica e la vicenda del De Nino-Morandi che dopo cinque anni non trova la via di casa. Il rientro a Sulmona nell’ex convento di S. Antonio, sede alternativa che la Provincia aveva individuato tramite manifestazione d’interesse, sembra sfumare per lasciare il posto alla scuola Capograssi dopo la negoziazione che il Comune di Sulmona ha aperto con la stessa ditta che aveva risposto al bando per i ragionieri e geometri. E’ facile pensare che il prossimo anno scolastico comincerà all’Iti di Pratola tant’è che un gruppo di genitori e il comitato chiedono le carte. “Risulta agli interroganti”- si legge nella lettera- “che la Provincia dell’Aquila ebbe ad utilizzare un contratto tra Dipartimento Protezione Civile e Rete Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica per l’indagine dello stato strutturale con la valutazione/quantificazione dei parametri di utilizzabilità e di vulnerabilità strutturale e di uso di tutte le strutture scolastiche della provincia dell’Aquila fuori cratere tra le quali anche la struttura dell’Iti (ndr)”. Il comitato spiega pure che “la richiesta e la conseguente urgenza di risposta sono dettate dalla imminente esecutività della decisione di rientro delle sedi scolastiche Itc e Itg nella città di Sulmona nell’edificio su viale Mazzini”. La lettera del comitato e genitori non è stata notificata alla Dirigenza scolastica del Polo “Fermi” anche se il preside Massimo Di Paolo annuncia che “farà tutto ciò che si dovrà fare come rappresentante legale dell’istituto”. “Si auspica che l’amministrazione provinciale risponda efficacemente e celermente al fine di dare la doverosa informazione circa indici minimi di vulnerabilità sismica della struttura oggi ospitante”- conclude la lettera. Un domanda che in cinque anni gli estensori della missiva non si sono posti o, meglio ancora, non hanno approfondito la questione per non creare problemi. Ora vogliono vedere le carte alla luce delle recenti normative in tema di sicurezza.

Andrea D’Aurelio

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