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SULMONA – Cade in casa e necessita di cure mediche a seguito dell’incidente domestico ma l’ambulanza è impegnata a Villalago. E’ quanto accaduto nei giorni scorsi a una 75 enne di Sulmona che ha dovuto aspettare circa un’ora e mezza prima di essere caricata sull’ambulanza del 118 e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino per tutti gli accertamenti del caso. E’ uno dei disagi che gli utenti devono sopportare se l’emergenza si configura dopo le venti. Le convenzioni con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sono tutte da rinnovare e ne consegue che, alle ore 20 in punto, alcune ambulanze ( non quelle del presidio ospedaliero) cessano il turno per riprenderlo alle 8 del mattino successivo. Il disagio si configura anche per quei pazienti che vengono dimessi dall’ospedale nello stesso arco temporale. Per dodici ore al giorno i mezzi a disposizione dell’azienda diminuiscono ed è così che la donna si è dovuta armare di pazienza. La caduta in casa le ha procurato la rottura del femore. Una volta arrivata l’ambulanza nella sua abitazione di Torrone di Sulmona l’anziana è stata trasportata al nosocomio per essere sottoposta a un intervento chirurgico. “In questo caso parliamo fortunatamente di un’emergenza di lieve entità ma le cause che possono provocare una caduta sono molteplici e devono essere accertate nell’immediatezza”- commenta il consuocero che quel giorno si è messo in contatto con il centralino del 118. Una storia comune che rilancia con forza il problema del sistema organizzativo della Asl che si scontra con le esigenze degli utenti e mette in imbarazzo soprattutto le figure professionali ( medici e operatori) che lavorano con passione e sacrificio. I termini sanciti nella convenzione da rinnovare non hanno nulla a che vedere con il personale interno ma attengono alla parte amministrativa dell’azienda. E la modifica di alcune condizioni, come quelle dell’orario 20-8, si rende necessaria alla luce delle tante richieste sollevate negli ultimi anni da addetti ai lavori e non solo.

Andrea D’Aurelio

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