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SULMONA – Uno scudo gotico antico sul cui campo, rosso, risplendono quattro lettere d’oro, sintesi dell’emistichio ovidiano “Sulmo Mihi Patria Est”, “Sulmona è la mia patria”.Torna all’antico splendore pergamena con il sigillo di re Ladislao Durazzo che venne concesso alla città di Sulmona nel 1410 e consegnato proprio nella giornata del 2 novembre del 1465. Restaurato da Mosè Di Giacomo il prezioso documento, custodito nel museo civico, è stato presentato nell’aula consiliare del Comune di Sulmona dal presidente del Consiglio comunale, Katia Di Marzio, dall’assessore alla Cultura, Alessandro Bencivenga e dalla consigliera comunale Deborah D’Amico. Testimonial della cerimonia il professore Ezio Mattiocco, studioso e storico sulmonese. Lo stemma di Sulmona fu concesso da Ladislao di Durazzo, sovrano del Regno di Napoli, a Sulmona nel 1410, ma era di epoca anteriore. Re Ladislao restituì a Sulmona un antichissimo privilegio, quel sigillo che nel 1279 Carlo I d’Angiò aveva fatto distruggere in tutte le principali città del regno perché simbolo di libertà ed autonomia dei Comuni dell’autorità regia. Autonomia e prestigio che non poteva che possedere Sulmona, capitale d’Abruzzo al tempo di Federico II. A promuovere il restauro è stato Massimo Giorgi Piccirilli.

Andrea D’Aurelio

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