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SULMONA – “Tutti i nodi sono venuti al pettine dopo le false accuse”. Reagiscono così Maurizio Zaccardi e Rossella Testa, rispettivamente titolare ed ex dipendente dell’hotel Manhattan, alla sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona Giovanna Bilò. Si chiude la lunga trafila giudiziaria con Zaccardi e Testa che tirano un respiro di sollievo. Quattro anni di inferno fra chiusure e strette di denti. A rimetterci è stata l’immagine e la reputazione dell’albergo. “Siamo stati chiusi per un periodo di tempo. Dopo una forte accusa abbiamo avuto difficoltà a reperire personale che abbiamo trovato fuori Sulmona”- interviene Zaccardi. Mentre Testa conferma che “all’epoca lavoravo con i tre dipendenti e io non ho fatto nessun tipo di vessazione”. L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza di Sulmona è partita circa quattro anni fa a seguito della denuncia di tre dipendenti i quali si erano rivolti ai finanzieri dopo aver subìto, a loro dire, delle costrizioni per poter lavorare nella struttura alberghiera sita nella zona dell’Incoronata, a poche decine di metri dall’omonimo complesso sportivo. Secondo i dipendenti, la collaboratrice dell’albergo li avrebbe costretti a firmare al momento dell’assunzione o della proroga della stessa, e alla consegna delle buste paga, dei fogli e dei documenti senza poterne leggere il contenuto, per tenerli sotto scacco e poterli licenziare in qualsiasi momento. Nulla di tutto questo dal momento che le accuse si sono rivelate infondate. Zaccardi e Testa hanno scelto infatti il rito abbreviato dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. Alla fine anche il Pm ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove. Poi l’assoluzione con formula piena da parte del giudice.

Andrea D’Aurelio

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