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SULMONA – Nessun rimpasto nell’esecutivo comunale di Palazzo San Francesco.  Gli assessori non si cambiano  anche perchè dalla “migliore Giunta per Sulmona” varata nel luglio 2016, che in queste ore si sta organizzando per ritrovarsi a cena, si sono resi necessari altri quattro ritocchi prima di addivenire all’accordo tra i civici e la componente dimasciana del Pd e stravolgere gli assetti in Consiglio Comunale. Cambiare ancora, secondo molti dei consiglieri comunali, non avrebbe senso. O si va avanti tutti insieme fino alla primavera del 2021, arco temporale che segna la scadenza naturale dell’era Casini, o si va tutti insieme a casa, ipotesi che sta prendendo di nuovo piede dopo il “petto a petto” fra il sindaco Annamaria Casini e il suo ex avversario politico, Bruno Di Masci. Da quell’un-due-tre che ha aggiornato il ritornello dimasciano delle priorità ( manutenzione, scuole e uffici) si apre l’ennesima stagione di verifica per l’amministrazione Casini. Se il sindaco mangerà o meno il panettone dipenderà dai risultati concreti che la maggioranza sarà capace di centrare in autunno: spendere gli altri 240 mila euro per la manutenzione per ridare un nuovo volto alle strade e ai quartieri della città in pieno abbandono, avviare i lavori di ristrutturazione alla scuola Masciangioli, trovare una quadra per il progetto del Liceo Classico, assegnare le posizioni ai dipendenti comunali. E per far questo non è escluso che il sindaco proceda a un riassetto delle deleghe in Giunta. La proposta dell’ultimo minuto riguarda proprio l’attivazione di una cabina di regina intorno ai dimasciani, alla luce della relazione che il Dirigente del terzo settore ha tenuto nella commissione congiunta sulla variazione al piano triennale delle opere pubbliche. La delega ai lavori pubblici resterebbe nelle mani dell’assessore Tirimacco che potrebbe acquisire anche quella dell’urbanistica, detenuta da Luigi Biagi, ma sotto la diretta supervisione dell’ex sindaco e consigliere comunale, Bruno Di Masci, che diventerebbe una sorta di consigliere delegato o assessore in pectore. La fascia da vice sindaco resterebbe nelle mani di Biagi che perderebbe però urbanistica e personale, mantenendo le altre deleghe.  Insomma si mescolano le “carte” ma gli assessori restano gli stessi anche se tutto è ancora da definire e concertare con il resto della maggioranza. La stessa Annamaria Casini non nega che il cambio delle deleghe è una delle ipotesi possibili. “Per migliorare tutto si può fare”- ha esordito il sindaco che non ha nessuna intenzione di restare a guardare l’evoluzione delle trattative. “La mia scadenza naturale resta quella di fine mandato. Non ho ricevuto altre scadenze”- aggiunge la Casini. Delle due l’una. O la Casini non conosce ancora bene i suoi alleati o sono questi ultimi che fanno buon viso a cattivo gioco. E se sulla durata dell’era Casini si susseguono previsioni e ultimatum, permane la psicosi firma a Palazzo San Francesco. Perchè c’è da giurare che, se e quando si deciderà di staccare la spina, ognuno cercherà di attendere la mossa dell’altro, di chi faceva parte sin dall’inizio del raggruppamento civico che ha vinto le elezioni nel 2016. Almeno che non sarà il sindaco, come annunciato in un precedente comunicato, a riconsegnare la fascia per la terza volta, qualora verranno meno le condizioni per il prosieguo dell’attività amministrativa. Nel frattempo il 20 ottobre sindaco e consiglieri saranno chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio provinciale. E, proprio in forza delle continue “scadenze, probabilmente Sulmona a questo giro potrebbe anche presentarsi senza candidati onde evitare un’eventuale decadenza nel giro di pochi mesi.  Per il momento si resta sull’un-due-tre  dimasciano e su quel saggio in dialetto che è diventato popolare e ha stemperato i toni.

Andrea D’Aurelio

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