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SULMONA – A fine novembre aveva ottenuto l’obbligo di firma e la remissione in piena libertà dal Tribunale del Riesame dell’Aquila che manteneva fermo e solito il quadro indiziario. Dal mese di dicembre non è più obbligata a presentarsi in caserma ma negli ultimi giorni è arrivato il secco no della Cassazione al ricorso presentato dai suoi legali in merito alla misura cautelare degli arresti domiciliari del 15 novembre 2018. L’inchiesta sull’usura in città, quelle delle professioniste insospettabili, è destinata quindi ad avere un seguito. La Cassazione nei giorni scorsi ha bocciato il ricorso per E.T, ex Dirigente scolastica, che voleva andare fino in fondo anche sotto il profilo giuridico-procedurale. Ma per i giudici l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Sulmona nel novembre 2018 è valida. Già il Tribunale del Riesame a fine novembre, pur rimettendo in libertà l’ex preside con l’obbligo di firma, faceva notare che “appare verosimile, proprio sulla base di alcuni elementi raffigurati dalla difesa che la vittima si fosse determinata a chiedere denaro a soggetti meno pericolosi dei predetti ( la famiglai rom,ndr) a cui chiedere denaro, però in quelle condizioni pur sempre prestato a condizioni usuraie”. “Si tratta solo di un fatto tecnico”- interviene il legale Dino Ruscitti. Decisivo quindi sarà il processo tanto per E.T che per K.V., broker assicurativo, anch’ella finita sotto inchiesta. Tutto è cominciato con la denuncia della vittima, la proprietaria di un autolavaggio che dopo essere stata aggredita da una donna rom, ha raccontato tutto alla Polizia e ha fatto i nomi sia di altri tre componenti della famiglia Rom, anch’essi indagati per usura e poi delle due professioniste, clienti dell’autolavaggio. Dalle indagini condotte dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona, è venuto fuori che dal 2014 e fino ai primi mesi dello scorso anno, a fronte di un prestito iniziale di 2.000,00 € concesso, le due indagate si erano fatte consegnare dalla vittima, nel tempo, la somma complessiva di 6000,00 €, con l’applicazione del tasso di interesse mensile pari al 20%. Sarà il processo ora a far luce sull’inchiesta che coinvolge anche due figure professionali.

Andrea D’Aurelio

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