SULMONA – Una vita tra rapine milionarie e quintali di cocaina nelle fila della prima organizzazione mafiosa autoctona del Nord Italia. Per il suo passato ha scontato la pena ‘Marietto’ Pandolfo, ex braccio destro del boss della mala del Brenta Felice Maniero, che è stato rilasciato cinque giorni fa dal carcere di massima sicurezza di Sulmona dove è rimasto rinchiuso per anni. Si tratta, ad onor del vero, di una semi libertà . Nei giorni scorsi è stato preso in carico da una casa lavoro di Vasto. L’ex braccio destro del boss fu arrestato la mattina del 7 dicembre 1994, nella campagna di Camponogara, uno di quei paesi tra le province di Padova e Venezia sottoposti ad un occupazione militare da parte dei banditi di Faccia d’angelo. Era stato proprio l’ex padrino de Brenta, arrestato dalla Polizia il 14 novembre 1994 a Torino e diventato collaboratore di giustizia dopo 48 ore di riflessione, ad inguaiare ‘Marietto’ e gli altri quasi 500 affiliati alla mala veneta. E a temere più di tutti per la scarcerazione è Maniero, che Pandolfo – uno dei pochi della banda a non aver mai collaborato con la giustizia – si racconta vorrebbe morto. Pandolfo, 64 anni, conosciuto anche come ‘Mario grosso’ per via della stazza, lascia il carcere di Sulmona dove era stato trasferito dal carcere di Livorno, dal quale secondo gli investigatori non aveva mai smesso di dare ordini per compiere le rapine, il suo pezzo forte. In carcere Marietto non ha perso un giorno di allenamento muscolare e dieta mirata. Alto e ben piazzato, Pandolfo è stato uno dei primi componenti della banda di Maniero, quella che per farsi conoscere nella zona che confina tra Venezia e Padova metteva a segno furti e rapine. “E’ stato sempre molto educato e gentileâ€- racconta il sindacalista e poliziotto penitenziario, Mauro Nardella- “ha avuto sempre un atteggiamento irreprensibileâ€. E il fatto che sia stato rilasciato sta già facendo parlare.
Andrea D’Aurelio