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SULMONA – La Regione Abruzzo si accinge a raccogliere dai Comuni i dati relativi all’emergenza neve in corso allo scopo di istruire il riconoscimento dello Stato di Emergenza regionale. A beneficiarne saranno soprattutto le piccole realtà comunali, che sono le più colpite dalle avversità atmosferiche in atto. Dallo scorso 5 gennaio, infatti, l’intero Abruzzo è alle prese con la morsa del freddo e della neve. Le bufere di neve e la contestuale formazione di ghiaccio hanno cagionato non pochi problemi alla viabilità autostradale, a quella di competenza Anas oltre che alle strade provinciali e comunali in maniera più diffusa e articolata. A risentirne sono stati molti centri abruzzesi e soprattutto le comunità dei centri montani, i cui disagi sono stati purtroppo spesso alimentati dalle ripetute interruzioni di energia elettrica in svariati nuclei abitati e frazioni. «Per tali motivi – interviene il Sottosegretario regionale delegato alla Protezione Civile Mario Mazzocca – e nonostante l’emergenza sia ancora in corso, insieme al Presidente D’Alfonso abbiamo interessato il sistema di Protezione Civile regionale affinché si predisponga per tempo l’occorrente attività propedeutica al riconoscimento di una compartecipazione alle spese sostenute e rendicontabili a seguito degli interventi effettuati dai Comuni durante l’attuale e perdurante fase emergenziale. Stiamo attuando in concreto, in definitiva, il tema fondante della sussidiarietà nei fatti, oltre che nel principio; va, a tal proposito, ricordato come fin dal 20 dicembre l’esecutivo regionale dispose con apposito atto con il quale sono stati stanziati 400mila euro per fronteggiare l’emergenza neve sulla viabilità provinciale e che è stato per tempo attivato un contributo specifico e straordinario per i 14 Comuni terremotati».«Una procedura – conclude il Sottosegretario – per noi consolidata, dunque, e che non può prescindere né dalle considerazioni sopra riportate, né da valutazioni di merito che l’istituzione regionale opera in stretto raccordo con i propri organismi tecnici. Ma rappresenta anche la materiale estrinsecazione di una specifica volontà politica di sostegno alle piccole realtà locali: se è vero, infatti, che il Sindaco è il capo della Protezione civile della propria comunità, tanto in una realtà cittadina quanto in un paese di tremila o trecento abitanti, e che fronteggiare l’emergenza diverge a seconda della realtà locale, è altrettanto vero che se i Sindaci dei piccoli centri dovessero ricorrere a fronteggiare l’emergenza con le sole forze dei propri enti, come purtroppo è accaduto spesso in passato, sarebbero in condizioni di pericolosa inagibilità».

Andrea D’Aurelio

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