CAMPO DI GIOVE –  La società fallisce e non riesce a costruire l’opificio di imbottigliamento di acqua minerale. Il Comune, come previsto nel contratto, si riappropria del terreno ma senza concedere alcun ristoro perché- secondo l’ente- non era dovuto. Una valutazione che costerà alle casse comunali oltre 300 mila euro dopo la condanna definitiva in Cassazione la cui sentenza risale allo scorso mese di maggio ma le motivazioni sono state rese note solo nei giorni scorsi. La storia è quella della società Zeus Spa con sede legale a Campo di Giove che, nel lontano 1996, aveva deciso di investire sul territorio comunale con l’apertura di una fabbrica di acqua minerale. Dopo aver ricevuto miliardi e miliardi dal Ministero, si arriva alla stipula del contratto tra Comune e società in data 16 maggio 1996. I termini dell’accordo parlano chiaro. La Zeus ha cinque anni di tempo per realizzare l’opera sul terreno di proprietà del comune. Passano sei anni e la società , nel 2002, dichiara il fallimento. Venendo meno l’investimento imprenditoriale il terreno passa nelle mani del Comune ma, secondo il contratto, alla Zeus non spetta nemmeno un centesimo di ristoro. Un “particolare†che non è mai andato giù alla società . Si arriva quindi a una richiesta di concordato prima di iniziare la lunga battaglia legale, precisamente nel 2007, anno in cui la curatela fallimentare intenta la causa civile contro il Campo di Giove. Il 6 maggio 2009 arriva la sentenza del giudice del Tribunale di Sulmona, Luigi D’Orazio, che condanna il Comune di Campo Di Giove a restituire alla Zeus la somma di 265 mila euro oltre agli interessi legali e al “maggior dannoâ€. Il Comune ricorre prima in appello e poi in Cassazione ma la decisione dei giudici non cambia. Con la sentenza della Corte di Cassazione che lo scorso 5 marzo ha rigettato il ricorso del comune di Campo Di Giove, condannandolo alle spese di lite liquidate in 5 mila euro, passa in giudicato la prima sentenza del Tribunale di Sulmona. Il Comune dovrà quindi liquidare alla società Zeus spa, difesa in giudizio dall’avvocato Lando Sciuba su mandato del curatore del fallimento l’avvocato Mariella Iommi, una somma di oltre 300 mila euro, tenendo conto delle spese legali che si sono accumulate nel corso degli anni e dei relativi interessi. “Stiamo valutando un piano triennale di rientro con il curatoreâ€- interviene il sindaco di Campo Di Giove, Giovanni Di Mascio, tenendo a precisare che non si tratta di un risarcimento ma di una condanna a restituire. Con una transazione quindi l’ente potrà erogare la cospicua somma.
Andrea D’Aurelio