SULMONA – Si tratta per l’acquisizione della Magneti Marelli, dopo la scomparsa del Manager Sergio Marchionne, ma la politica sembra avere altro da fare. Non c’è nessun referente istituzionale, fatta eccezione del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Elisabetta Bianchi, che abbia preso posizione sulla delicata vicenda, o almeno che abbiamo cercato un contatto e un’interlocuzione con i vertici dell’azienda. Eppure la Marelli ha uno stabilimento anche a Sulmona che conta circa 670 dipendenti, non pochi per una città che vive una crisi occupazionale arrivata ai massimi storici. Si tratta di centinaia di famiglie che hanno trovato un lavoro ed anche se gli effetti del possibile scorporo dell’azienda non saranno immediati, il tema dovrebbe comunque richiamare l’attenzione della politica che parla di lavoro solo in campagna elettorale. Nell’elenco delle ultime priorità si passa dall’ospedale alla Snam, dall’edilizia scolastica ai trasporti passando per la riorganizzazione della macchina amministrativa. Tutti temi scottanti e di assoluta priorità e importanza. Ma il lavoro e la salvaguardia degli insediamenti esistenti? Come riporta “Il Sole 24 Oreâ€, in un recente articolo, Kkr sarebbe subentrato nelle trattative in corso ma tutto dipenderà dagli accordi dell’ultimo minuto. il gruppo italiano specializzato nella componentistica per il settore auto è valutato 3,23 miliardi di euro ma il prezzo della transazione potrebbe essere più alto di questa cifra. Le trattative in corso tra Kkr e Fca potrebbero saltare prima che un accordo definitivo sia raggiunto. Un’intesa si verificherebbe mentre il nuovo ceo di Fca, Mike Manley, è impegnato a rilanciare le attività europee dell’azienda dopo la scomparsa, il mese scorso, di Sergio Marchionne. Quest’ultimo era concentrato su uno scorporo di Magneti Marelli e una sua successiva quotazione entro la fine del 2018 o l’inizio del 2019. Il ceo potrebbe così concentrarsi sui marchi «core» dell’azienda, a cominciare da quelli di cui si è occupato con successo. Attenzione alta da parte delle sigle sindacali, che al momento mantengono le bocche cucite, ma resta una certa fibrillazione. La politica però un margine di confronto potrebbe trovarlo.
Andrea D’Aurelio