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SULMONA – Bisogna interrompere il confronto sull’iter riguardante “l’istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata metanodotto Sulmona-Foligno” previsto per il 4 aprile. Lo chiedono i senatori pentastellati. I motivi? Il Capo Dipartimento, Annalisa Cipollone, potrebbe non avere diritto di chiedere tale incontro in quanto, dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Gentiloni, non ci sarebbe la legittimità procedurale su questo atto di Governo. “Il Governo” affermano i portavoce M5S in Senato, Gabriella Di Girolamo e Primo Di Nicola, ed i portavoce M5S Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso della Camera dei Deputati “a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio rimane in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, cioè atti indifferibili ed urgenti e, quindi, estranei all’esercizio dell’indirizzo politico. Ed è palese che questo confronto non rientra nei caratteri d’urgenza. La riunione istruttoria del 4 aprile, pertanto, è solo l’ultima azione di un Governo che non ha più la legittimità per decidere su un’opera di tale impatto sulla collettività e sul territorio. Il metanodotto” incalzano i 5 stelle “dovrebbe essere realizzato in un territorio fragile, esposto a terremoti frequenti e notoriamente distruttivi. È quindi comprensibile la preoccupazione dei cittadini e dei vari comitati che si oppongono alla realizzazione di tale opera. Ma insieme ai cittadini anche le amministrazioni locali, e la stessa Regione Abruzzo, hanno espresso più volte contrarietà al metanodotto, e lo hanno fatto sia attraverso atti formali che informali. Questa accelerazione del Governo, quindi, contrasta con le esigenze dei territori” incalzano i portavoce M5S. “È del tutto scontato che il futuro di questa opera debba essere deciso dal prossimo Governo, quello che otterrà la fiducia del nuovo Parlamento” concludono i portavoce M5S.

a.d’a.

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