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SULMONA – Dalla casa venduta all’asta i genitori sono stati sfrattati e in quella di famiglia, oggetto di un’ordinanza di sgombero per le lesioni post sisma, i lavori ancora non partono. A lanciare il grido d’allarme è Pamela Pantaleo, 37 enne di Sulmona, preoccupata per i suoi anziani genitori che rischiano di ritrovarsi senza un tetto, proprio in prossimità del Natale. Pamela ha deciso di raccontare pubblicamente la sua storia, sempre più convinta che uno Stato che applica le leggi, deve conoscere non solo i diritti ma anche doveri, oltre ad occuparsi di una collocazione delle persone. “La vicenda risale a 10 anni fa circa , quando con il mio ex marito acquistammo una casa con mutuo a cui fecero da garanti i miei genitori convivendo con noi”- spiega Pamela- “quando il mio matrimonio è finito nell’abitazione sono rimasti questi ultimi , purtroppo nella separazione non siamo riusciti a metterci d’accordo sul da farsi per quest’abitazione che è finita all’asta. Circa 10 giorni fa mi è arrivata la comunicazione che la casa è stata acquistata e quindi mi danno un termine , 17/12/19 dove l’immobile va sgomberato da cose e persone. In questa data mi si intima che se l’immobile non sarà rilasciato si provvederà al cambio serratura della porta e sgombero forzato e inoltre che tutto ciò che è all’interno non sarà recuperabile. Il grosso problema è che i miei genitori sono anziani , 67 anni mia madre e 72 mio padre e quest’ultimo è invalido al 100% , con patologie serie tra cui il morbo di Alzheimer, ed ora dopo un delicato intervento purtroppo è anche allettato. Loro non hanno un posto dove andare se non una piccola abitazione del mio caro fratello defunto che però è inagibile e con ordinanza di sgombero dal terremoto del 2009. Mi sono rivolta agli uffici comunali competenti e mi sento rispondere che siccome non sono in graduatoria per un eventuale casa parcheggio loro non possono aiutarmi e mi chiedono del tempo per poter trovare una soluzione”. Pamela lancia quindi l’appello: “io mi chiedo dove devo portarli , sotto un ponte? Mio padre è un pensionato con 1000 € al mese e mia madre una casalinga senza reddito e non possono permettersi una casa in affitto con i mensili alti che gli affittuari chiedono. Io purtroppo non lavoro e non posso aiutarli economicamente. Chiedo pertanto e con umiltà a chi potesse , di darmi una mano a trovargli una sistemazione perché questo è davvero un caso d’emergenza disastroso che non può passare inosservato”. Una situazione quella di Pamela che ripropone due grandi temi: l’emergenza abitativa e la ricostruzione post sisma. Se la procedura di sfratto è essenzialmente un atto dovuto, l’avvio del cantiere nell’abitazione del fratello deceduto non è da associare alla morosità ma a una ricostruzione lenta che continua a balzare alle cronache. Un Natale fuori casa non si augura a nessuno. Eppure, in tal caso, il rischio è dietro l’angolo.

Andrea D’Aurelio

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