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SULMONA – Una convenzione fra il Comune di Sulmona e la Direzione del carcere di via Lamaccio per il volontariato attivo dei detenuti a beneficio della città. E’ quanto ha annunciato il sindaco, Annamaria Casini, nel corso della cerimonia del 202esimo anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria che si è svolta nella struttura carceraria alla presenza del Direttore, Sergio Romice, del Comandante di reparto della Scuola di Polizia Penitenziaria Sarah Brunetti, del rappresentante della Prefettura dell’Aquila e delle altre cariche dello stato. Una festa che guarda al futuro, all’ampliamento della struttura carceraria, che sarà portato a compimento per la primavera del 2020 con il nuovo padiglione che potrebbe entrare in funzione per dicembre 2020. Ma le difficoltà sono concrete e dietro l’angolo. “Il carcere di Sulmona”- come ha rilevato il Segretario Confederale Uil Mauro Nardella- “proprio per la carente presenza di baschi blu che dalle 310 unità del 2010 si ritrova ad operare con poco più di 250 persone e per di più in un contesto che, contrariamente a dieci anni fa, conta al suo interno 420 detenuti tutti di elevata caratura criminale, si ritrova a vivere in sofferenza il lavoro dei suoi uomini”. “E’ una situazione che andrebbe constatata. Mi auguro che nei posti giusti e nei tavoli giusti ci sia questa possibilità per ottenere i giusti rinforzi”- ha esordito il Direttore Romice che auspica un carcere sempre più collegato con le realtà sociali del territorio, alla luce dell’ampliamento della struttura. Nasce proprio per perseguire questo obiettivo il progetto “Mi riscatto per Sulmona” che vedrà i detenuti impegnati come volontari in lavori socialmente utili come accadde nell’era Federico quando alcuni reclusi coadiuvarono il Comune nelle operazioni di sgombero della neve in piazza Capograssi. “Con questa convenzione l’apporto delle nostre risorse si struttura meglio”- ha concluso Romice mentre il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, ha ribadito che la convenzione che sarà sottoscritta a breve mira ad agevolare “sia la rieducazione del detenuto ma anche la società stessa che ospita l’istituto e quindi anche queste persone”. La Casini ha ricordato che la presenza del carcere di massima sicurezza è fondamentale anche per la battaglia tesa a salvaguardare il Palazzo di Giustizia.

Andrea D’Aurelio

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