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SULMONA – Due persone sono finite sotto processo con la pesante accusa di omicidio colposo per la morte del cuoco pasticcere, Marco Polidori. Si tratta di B.G., datore di lavoro e proprietario dell’albergo di Civitella Alfedena dove si verificò la tragedia e A.M.D.C., la dottoressa del 118 che prestò le cure. Entrambi dovranno comparire il prossimo 5 maggio, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, per la prima udienza del processo penale. I fatti risalgono al 26 agosto 2017. Tutto cominciò tre giorni prima quando il cuoco-pasticcere avvertì un malore e sul posto si rese necessario l’intervento dell’ambulanza. L’uomo fu identificato come ospite dell’hotel e non come dipendente visto non era regolarmente registrato poiché- secondo il quadro accusatorio e le indagini della Procura condotte dal Procuratore Capo Giuseppe Bellelli- era stato assunto senza regolare contratto. I sanitari prestarono le cure del caso ma dopo tre giorni, in seguito a un nuovo malore, subentrò il decesso. Anche nei rilievi dei Carabinieri l’uomo risultava come ospite della struttura alberghiera. Secondo la Procura infatti, con una regolare assunzione, il cuoco avrebbe potuto beneficiare dei permessi e dei giorni di riposo che spettano al lavoratore dipendente in caso di regolare assunzione. Al proprietario dell’albergo viene contestata la mancanza di un normale contratto. Secondo l’accusa le sue condizioni lavorative non avrebbero agevolato una rapida ripresa del cuoco che poi a distanza di qualche giorno è deceduto. L’uomo si è difeso davanti al Gup sostenendo che il cuoco era coadiuvato nell’esercizio delle sue mansioni da altre due figure professionali e doveva prestare servizio solo per dieci giorni. “Il mio assistito dimostrerà la completa estraneità dal reato contestato e affronterà tranquillamente il dibattimento nel quale proverà in pieno la sua innocenza, visto che non è stato possibile nell’udienza preliminare, considerati i limiti probatori”- dichiara l’avvocato dell’imputato, Gaetana Di Ianni. Alla dottoressa del 118 viene invece contestata l’imprudenza, la negligenza e l’ imperizia in quanto essendo intervenuta quale medico a bordo dell’ambulanza del servizio 118, nell’albergo dove Marco Polidori si era sentito male, accusando forti dolori al petto, dopo un elettrocardiogramma consigliava al paziente un approfondimento diagnostico lasciando sul posto il cuoco e facendo ritorno in sede con l’ambulanza vuota. Il prossimo 5 maggio inizierà il processo per omicidio colposo nel corso del quale, entrambi, tenteranno di smontare il castello accusatorio.

Andrea D’Aurelio

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