SULMONA – Ci sono voluti diciotto giorni per domare le fiamme sul Monte Morrone, dopo l’incendio divampato lo scorso 20 agosto, tenendo conto anche degli ultimi focolai che erano rimasti attivi. La Prefettura dell’Aquila scioglie il Com (Centro Operativo Misto) e presenta il report delle attività compiute dallo scorso 28 agosto. Sono stati impiegati in totale nelle operazioni di spegnimento, tra gli altri, 783 volontari con n. 257 mezzi della Protezione civile regionale; 582 unità del 9° Reggimento Alpini Battaglione “Vicenza†con presenza di personale specializzato e numerosi mezzi tra i quali una terna ruotata di media capacità (ruspa) ed un cingolato apripista di rilevanti dimensioni. Inoltre hanno partecipato attivamente Carabinieri Forestali ed operai forestali. Il focolaio individuato in località Pozzacchio, Comune di Roccacasale, è stato spento grazie al lavoro a terra di circa 50 unità (squadre miste VV.F., E.I., Protezione civile regionale ed operai forestali). Nella sola giornata di ieri sono anche intervenuti, alternativamente, 5 Canadair, che hanno effettuato in totale 57 lanci per 6.000 litri cadauno. Mezzi dell’Esercito Italiano hanno completato, nei pressi del poligono di tiro in località Marane di Sulmona, un sito di deposito dove verranno successivamente e temporaneamente allocati, a cura dei Volontari della Protezione Civile di Sulmona, i materiali di risulta della ripulitura della strada in località Mandorleto (zona Marane di Sulmona) al fine della loro definitiva eliminazione. Emergenza chiusa, almeno sulla carta, salvo soprese dell’ultimo minuto. Cessa dunque il Com ma non il Coc (Centro Operativo Comunale) che resta aperto con presidi di vigilanza soprattutto per tenere sott’occhio le zone più sensibili. Una decisione assunta all’unisono dai sindaci dei comuni coinvolti che hanno già attivato un tavolo di coordinamento.
Andrea D’Aurelio