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SULMONA – E’ drammatico il bilancio dell’incendio che da tre giorni sta devastando il Morrone. Sono 450 gli ettari di bosco distrutti dalle fiamme. Cifre da capogiro che arrivano però dalle forze dell’ordine che stanno monitorando costantemente le zona. La conta dei danni è spaventosa. Una quantità ingente che comincia a preoccupare gli addetti ai lavori e gli amanti della natura. Una risorsa del territorio completamente andata in fumo. Una grande ferita che, sicuramente, non si rimarginerà in tempi brevi. La mappa dell’incendio, che è partito domenica scorsa poco prima delle ore 18, conta una ventina di focolai, gran parte spenti o tenuti sotto osservazione. Tre i punti più critici del rogo. Il primo è il focolaio che ha interessato i giorni scorsi la frazione della Marane. L’altro è quello che è collocato sopra il Casino Pantano a 200 metri in linea d’aria con l’Eremo di S. Onofrio. Una zona dove l’allerta resta alta. Occhi puntati anche sulla parte alta della montagna verso Roccacaramanico dove si cerca di intervenire a terra per arginare il fuoco. Ma l’impresa è ardua e a mancare sono proprio le risorse umane. Non ci sono dubbi sulla natura dell’incendio di origine dolosa. Lo ha confermato ieri il Procuratore Capo della Repubblica di Sulmona Giuseppe Bellelli che ha effettuato un sopralluogo sul fronte dell’incendio. La Procura potrebbe aprire un’inchiesta per disastro ambientale mentre è partita già da qualche giorno la caccia ai piromani che hanno appiccato il rogo. Si seguono tutte le piste. Le indagini sono affidate ai Carabinieri Forestali.

Andrea D’Aurelio

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