SULMONA – Un incidente di montagna avrebbe tolto la vita al 51 enne di Sulmona, Fabio Cicone, Maresciallo dei Carabinieri in servizio nella stazione di Castel Di Sangro. Un’intera città è in ginocchio dopo la triste notizia che si è diffusa ieri pomeriggio, spegnendo le speranze dei soccorritori che lo hanno cercato in lungo e in largo e dell’Arma dei Carabinieri, in lutto e attonita. Non si parla d’altro nel quartiere di via papa Giovanni XXIII, dove vive la mamma di Cicone, segretaria del Centro Sociale Anziani. Colleghi e amici da questa mattina arrivano alla spicciolata per dare un abbraccio e per spendere una parola di conforto. Anche se questa è una delle morti che toglie tutte le parole anche al più bravo degli oratori. Nei commenti degli amici arriva il ricordo del maresciallo ligio al dovere. “Amava la montagna, era un esperto alpinista e non si separava mai dal suo cane Sheela, il Border Collie, che compare in tutte le sue fotografieâ€- raccontano i “compagni di viaggio†tutti in lacrime e profondamente scossi. Qualcuno lo aveva salutato la sera prima, altri il venerdì. L’esercente di via papa Giovanni gli aveva messo da parte anche un cappotto che doveva regalare a un amico. Ma quella maledetta domenica, la prima di dicembre, Cicone va in montagna, la sua seconda casa. Lì ha trovato la morte. Fatale sarebbe stata, stando alla prima ricostruzione degli inquirenti, la scorciatoia che avrebbe preso per tornare a Fonte Romana, dove aveva lasciato l’auto con il telefono all’interno. Dopo la ricognizione cadaverica eseguita dal medico legale Ildo Polidoro, che ha riscontrato gravi politraumi al cranio, la Procura ha disposto altri accertamenti sul luogo della tragedia. Le condizioni atmosferiche, il giorno del ritrovamento del cadavere, non hanno permesso agli investigatori di ricostruire nei minimi particolari la dinamica di quella caduta, una scivolata di 150 metri in un canalone. La magistratura quindi vuole confrontare l’esito del nuovo sopralluogo sul Monte Amaro con la ricognizione cadaverica per sgomberare il campo da ogni dubbio. Un passaggio che permetterà alla Procura di rilasciare il nulla osta per restituire la salma ai familiari. Ma c’è anche un altro nodo da sciogliere: il telefono. Cicone ne aveva due. Uno è stato rinvenuto nella sua auto e l’altro potrebbe essere scivolato dopo la rovinosa caduta. Sarà compito degli inquirenti cercarlo così da chiudere il quadro investigativo e consentire la celebrazione delle esequie di un uomo e un Maresciallo dei Carabiniere amato da tutti, con un grande passione per la montagna. Ed ora, paradossalmente, ha raggiunto la vetta più alta.
Andrea D’Aurelio