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SULMONA – L’intervento delicatissimo e complicato, l’asportazione del pancreas, era riuscito alla perfezione tanto da balzare agli onori della cronaca per la buona sanità. Ma per Teodora Vaccaro, 79 enne di Corfinio, le complicazioni sono cominciate il giorno di capodanno, dopo le dimissioni dal nosocomio peligno e il rientro in casa per il Natale. L’anziana è deceduta l’altro giorno presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona e la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta sul caso per accertare eventuali responsabilità, dopo la denuncia-querela presentata al Commissariato di Sulmona dal figlio della donna, Antonio Gentile, per il tramite dell’avvocato del foro di Sulmona, Alberto Paolini. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo e colpa medica. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto l’esame autoptico per far piena luce sulle cause del decesso. Tutto è cominciato la sera del 31 dicembre 2019 quando la 79 enne rigurgitava liquido biliare di colore verde con tanto di febbre annessa. Dopo il ritorno in ospedale per gli accertamenti, il giorno 3 gennaio, è stata ricoverata nel reparto di chirurgia per tutti gli esami del caso, dopo essere rimasta in pronto soccorso per sei ore. Il 13 gennaio l’anziana viene dimessa, nonostante la contrarietà del figlio che aveva chiesto esami più approfonditi in ospedale. Le condizioni di salute peggiorano tant’è che l’anziana, dopo la visita della guardia medica di Pratola Peligna il 18 gennaio, viene ricoverata di nuovo nel reparto di ortopedia il giorno dopo, per mancanza di posti letto, dopo un’altra “capatina” di sette ore al pronto soccorso. Da ortopedia viene quindi disposto il trasferimento presso il reparto di medicina. E’ lì che viene riscontrata una piaga da decubito sacrale, con conseguente infezione, unica causa dell’innalzamento della temperatura corporea. Il 28 gennaio, visto il perdurare di un quadro clinico non proprio roseo, la donna viene affidata al reparto di rianimazione. Si apre una speranza per i familiari perché qualche valore comincia a rientrare nella norma. Ma il respiro di sollievo è molto breve. Il 30 gennaio la 79 enne entra in coma dopo un’emorragia cerebrale provocata, molto probabilmente, da una setticemia. Il 4 febbraio il suo cuore ha cessato di battere e ora i familiari vogliono andare fino in fondo sulla vicenda per verificare se, dietro il decesso, ci può essere una negligenza o un’imperizia dei sanitari. Da qui l’inchiesta aperta dalla Procura che mira ad accertare eventuali responsabilità.

Andrea D’Aurelio

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