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SULMONA – 15 mila presenze nel giro di tre giorni. Si chiude con questo consuntivo “Natale in Corso”, la kermesse organizza dalle associazioni Abruzzo Again e Meraki in collaborazione con i commercianti di corso Ovidio Sud e Confesercenti. Se è vero che l’unione fa la forza il risultato non poteva che essere al di sopra delle aspettative nonostante lo spirito polemico di Sulmona che anche in questa occasione è venuto fuori al di là delle osservazioni costruttive che, come in ogni cosa, non possono mancare. Si è fatta sentire la musica suonata dalla banda dei Babbi Natale che ha fatto da cornice alla fila di mercatini da Porta Napoli al lato di corso Ovidio che interseca piazza Plebiscito, piazza XX Settembre e davanti il complesso monumentale dell’Annunziata. Non sono mancati prodotti tipici, integrazione e inclusione sociale. Dietro i mercatini ci sono stati anche disabili e richiedenti asilo. Il tutto incastonato con le luminarie modello Roma, scelte dall’assessore comunale Antonio Angelone e dalla consigliera Roberta Salvati, che hanno steso un fascio di luce su tutto il corso. La sensazione comune è che Sulmona ha riscoperto la parte sud del centro storico che in questi tre giorni ha dato il meglio di sé in quanto a calore, entusiasmo e partecipazione. “Il flusso di questi giorni non si è mai visto a Sulmona in questo periodo dell’anno”- osserva il Presidente di Abruzzo Again, Alessandro Di Prata spalleggiato da Rocco D’Andreamatteo, Presidente di Meraki. Sull’esito della tre giorni pesa l’osservazione pubblica dell’assessore Angelone, fatta sui social, secondo il quale i mercatini sotto la statua di Ovidio non si intonano con l’estetica e il marketing urbano che il Comune ha cercato di curare. “Se avessimo avuto una disponibilità economica più elevata potevamo dare un aspetto molto diverso”- fa notare D’Andreamatteo come a dire che le migliorie si possono fare ma serve il sostegno di tutti, soprattutto da parte dell’amministrazione comunale. Finita la festa e chiusi i mercatini ci sarà tempo e modo per tirare le somme. Ma i numeri superano le polemiche. E questo non è un dato che deve passare in sordina.

Andrea D’Aurelio

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