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SULMONA – Il Ministero chiede la chiusura, la Regione dell’era D’Alfonso non attiva il cronoprogramma, quella dell’era Marsilio ribadisce il secco no alla cancellazione del reparto e prende tempo in vista della riorganizzazione della rete ospedaliera. Nessun “miracolo” per il punto nascita dell’ospedale peligno. Se qualcuno pensava che carte e documenti si possono cambiare dall’oggi al domani forse si sbaglia. Si sa che quella che conta è la volontà politica. In questi giorni è stato notificato il verbale della conferenza Stato- Regioni, che si è riunita lo scorso 28 marzo, per discutere sulla riorganizzazione della sanità e la Regione ha chiesto tempo per presentarsi con una proposta che è in corso di elaborazione e sarà presentata a giorni. E a molti è parso strano che il Ministero ha ribadito quanto già deciso a novembre nel tavolo di monitoraggio. Chiedere cioè la chiusura del punto nascita. In realtà la decisione comunicata è la stessa di diversi mesi fa. Sembra quasi una replica o una cantilena che continua a fare clamore. Nulla di nuovo sotto al sole, fermo restando che la Regione deve fare in fretta per negare l’attivazione del cronoprogramma di chiusura e presentare le controdeduzioni oltre a una proposta di riorganizzazione. Nel frattempo l’ex assessore regionale, Silvio Paolucci, attacca il “governo del cambiamento”. “Durante la campagna elettorale si sono viste tante passerelle e selfie: dalla ministra Grillo al vicepremier Salvini passando per la Meloni, tutti hanno promesso per fini elettorali che sarebbe stato rivisto il Decreto Ministeriale numero 70/2015 e la questione dell’accordo del 2010, con il numero limite dei 500 parti. Era lecito aspettarsi un cambio di posizione dei Ministeri ai Tavoli di marzo e aprile 2019 per quanto riguarda il reparto di ostetricia di Sulmona. Invece era tutto un bluff elettorale – sostiene Paolucci – una trovata utile a prendere per i fondelli i cittadini. Senza che allo stato la maggioranza in Regione abbia letto e compreso le carte stando alla dichiarazione avventata di qualche consigliere regionale del centrodestra. Alla maggioranza chiediamo di conoscere la nota 15/2019 dell’Assessorato alla Sanita’ circa la questione del punto nascita. A ridosso dei 100 giorni di ‘Governo Marsilio lento’ che rallenta l’Abruzzo, anche questo dossier e’ rimasto fermo sul tavolo investito dagli eventi. I consiglieri regionali e i Parlamentari eletti in Abruzzo, soprattutto quelli leghisti, chiedano al Ministro della Salute guidato dalla Grillo (M5S) di rivedere la propria posizione e di accogliere l’istanza formulata, e semmai di rafforzarla, dalla Giunta di centro-sinistra di derogare alla chiusura del Punto nascita in ragione delle complessita’ orografiche del territorio Peligno e dell’Alto Sangro. Il tempo delle chiacchiere e’ terminato – conclude l’esponente del Pd – ora, e’ il momento di agire e di rispettare gli impegni assunti dalle forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza di Governo regionale”. Ora si attende quindi una scelta definitiva perché la stabilizzazione di un ginecologo, seppur importante e attesa dalla comunità, non risolve il problema. Serve una revisione della riforma a monte e non solo.

Andrea D’Aurelio

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