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SULMONA – Il sindaco di Sulmona Annamaria Casini ha annunciato la convocazione di un tavolo di coalizione ma il gruppo consiliare di Avanti Sulmona non ne farà parte. Mentre la città è continuamente aggredita da numerose problematiche da risolvere, dal punto nascita bocciato dal Ministero al servizio mensa da far ripartire, passando per il Tribunale da salvare al gasdotto da evitare, tornano le fibrillazioni legate alla situazione politico-amministrativa. Se per il primo cittadino è fondamentale creare un organismo per aggredire le varie emergenze ma anche per affrontare i numerosi temi dell’agenda politica, Avanti Sulmona non è sulla stessa lunghezza d’onda. Non un rifiuto a far parte della maggioranza o un dietrofront rispetto la fiducia a tempo che era stata annunciata dal capogruppo Fabio Pingue, ma semplicemente un “no grazie” rispetto a un tipo di proposta che non ha convinto il gruppo consiliare. Secondo Avanti Sulmona piuttosto che aprire l’ennesimo tavolo politico servirebbe un tavolo per la verifica dell’operato dell’amministrazione comunale rispetto le priorità che il sindaco ha elencato nel Consiglio Comunale di fine agosto dove ha revocato per la seconda volta le dimissioni da primo cittadino. D’altronde la stessa Casini ha azzerato la maggioranza politica uscita dalle urne due anni fa e per Avanti Sulmona è inutile convocare tavoli di programmazione e di coalizione, serve tirare le somme di tanto in tanto rispetto una serie di temi che hanno rimesso d’accordo anche quella parte di maggioranza che si era detta “ribelle”. Fra le incompiute, ad esempio, c’è la riorganizzazione della macchina amministrativa con la delega passata in capo al sindaco. Per la Casini il tavolo di coalizione serve “ad assumere decisioni e scelte da condurre in maniera omogenea e collegiale per il governo della città e per garantire quella governabilità di cui l’amministrazione ha bisogno per affrontare le numerose sfide dentro e fuori il Palazzo comunale”. I problemi fuori non sono pochi ma anche quelli all’interno non mancano fra rapporti professionali che si interrompono consensualmente e rapporti politici con una maggioranza che è sempre difficile mantenere unita e compatta.

Andrea D’Aurelio

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