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SULMONA – Il parto era stato programmato all’ospedale di Avezzano. Lì una sulmonese aveva scelto di dare alla luce il suo bambino. Vuoi per scelta, magari per il rapporto che la lega con il ginecologo di fiducia. Vuoi per la stato di confusione che la politica sta generando intorno al punto nascita peligno. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco come pure non tutti i parti programmati seguono un iter naturale. Fatto sta che per la donna si è reso necessario il ricovero presso l’ospedale di Sulmona. Avvertiva dei dolori che per lei erano delle strane avvisaglie pre-parto da non trascurare assolutamente e da tenere sotto controllo. E tutte le preoccupazioni si sono rivelate fondate. Dai dolori al parto precipitoso è stato un attimo. Venti minuti contati di orologio. Ed ecco che la donna ha partorito a Sulmona. Quasi “costretta” dai dolori e dal fuori programma che fortunatamente è stato affrontato nel migliore dei modi dallo staff del reparto di ostetricia e ginecologia. L’episodio risale ai giorni scorsi ma quello che salta all’occhio è che in una sola settimana si sono verificati due parti precipitosi, uno dietro l’altro, risolti nel punto nascita cittadino. L’altro caso balzato agli onori delle cronache riguarda la nascita di Cristian in ambulatorio dal momento che la madre, alla sua seconda gravidanza all’ospedale dell’Annunziata, non ha fatto a tempo a scendere in sala parto dopo la rottura delle acque. Insomma, il discorso è sempre lo stesso. Serve una decisione definitiva che magari passa per la revisione dell’accordo Stato-Regioni con il governo che deve dar seguito a quanto annunciato. Come pure la Regione che si sta per insediare dovrà recitare il suo ruolo. Perché il dato che emerge, senza timore di smentita, è che c’è chi continua ancora a partorire fuori Sulmona. Per scelta o per altro. E questo deve spingere a una riflessione gli addetti ai lavori e non solo. Perché fin quando non si mette nero su bianco il mantenimento del reparto resta sempre un clima di incertezza che non risponde alla realtà dei fatti, vale a dire a un reparto pronto e organizzato.

Andrea D’Aurelio

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