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SULMONA – Il Comune smette di erogare i contributi e lui non può laurearsi. A balzare alle cronache è la storia di Pasquale Ritenuto, 30 anni di Sulmona, non vedente dalla nascita. La mancanza della vista, però, non gli ha impedito di diplomarsi prima e di iscriversi all’università dopo. Solo che ora ad interrompere il sogno di prendere quella laurea in lettere con indirizzo in storia ci si mette la burocrazia. Fino allo scorso anno, infatti, Pasquale aveva potuto studiare sui libri universitari che gli venivano tradotti in linguaggio Braille grazie ad un contributo del Comune. Questa volta, però, sua mamma si è sentita rispondere dagli uffici comunali che non ci sono soldi. Si tratta di circa 800 euro che servirebbero per tradurre i testi universitari dall’Unione italiana ciechi. Da quando Pasquale lo ha scoperto non è più lo stesso e si dispera all’idea di dover lasciare l’università e abbandonare quel sogno tanto atteso della laurea. Per questo la mamma, Grazia Berardinangelo, ha deciso di rendere pubblica la storia di suo figlio. “L’intento è quello di smuovere qualche coscienza – spiega la donna- non è giusto che mio figlio debba rinunciare alla sua istruzione per un problema di mancanza di fondi. È assurdo che il Comune di Sulmona non preveda agevolazioni per i disabili sensoriali”. Quella di Pasquale e sua madre è una storia abbastanza delicata, complicatasi con la morte del marito della donna e papà del giovane sulmonese. Dal Comune si stanno occupando del caso, cercando di correre ai ripari e individuare delle soluzioni per la risoluzione di una problematica molto sentita.

Andrea D’Aurelio

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