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SULMONA – Definirlo bello e antisismico è davvero riduttivo. Il nuovo ospedale di Sulmona, che entrerà in funzione a fine mese, è anche innovativo e all’avanguardia ed è il segno evidente di una sanità a passo con i tempi. Ma mentre il trasferimento dei reparti continua, con una tabella di marcia piuttosto spedita, tutti i nodi vengono al pettine. La risonanza magnetica deve ancora essere posizionata nel nuovo nosocomio perché la stanza adibita risulta completamente grezza così come l’ecografo non trova “casa” e tutte le ecografie dovranno essere effettuate nell’ala vecchia. Per l’uso della Tac di ultima generazione è necessario un corso di formazione per il personale ma i tempi sono abbastanza lunghi. L’elenco delle criticità arriva dal Tribunale per i diritti del Malato che in questi giorni, in vista dell’incontro di inizio ottobre tra l’associazione Cittadinanzattiva e la Regione Abruzzo, ha dato il via il monitoraggio nel nuovo nosocomio e nel distretto sanitario. Con tanto di pettorina riconoscibile il coordinatore Catia Puglielli, accompagnata dai volontari, sta effettuando tutte le verifiche del caso nel nuovo ospedale per elaborare un dossier da consegnare alla Regione. Ed è nel reparto di radiologia che sono venute fuori una serie di “sorprese”. A cominciare dalla risonanza magnetica che non trova ancora spazio nel nuovo ospedale. Autorizzata dall’ex assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci su impulso del sulmonese Andrea Gerosolimo, lo strumento innovativo che punta all’emergenza-urgenza resta fuori dall’ospedale. Almeno per il momento. Si resta in attesa dei lavori da eseguire nella stanza adibita. Diverso il discorso per la Tac di ultima generazione che sarà messa in funzione non appena si chiuderà il corso di formazione per quattordici unità. A dir il vero deve ancora incominciare. Serve una stanza anche per l’ecografo che al momento non può essere usato. Ne consegue che, almeno per i primi tempi, tutte le ecografie verranno effettuate nell’ala vecchia. Ma non finisce qui. “La farmacia si trova all’interno della radiologia e si tratta di un reparto molto delicato per l’utenza che vi accede e per la strumentazione già esistente. Bisognerebbe adottare misure per garantire meglio la privacy del paziente come pure nella sala raggi manca una stanza infermieristica che serve, ad esempio, per preparare l’utente”- fa notare la Puglielli. Le varie criticità saranno poste all’attenzione delle Regione non per odor di polemica ma per amore della verità e perché la crescita e lo sviluppo del sistema sanitario avvengono anche quando qualcuno prende a cuore le diverse problematiche.

Andrea D’Aurelio

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