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SULMONA – Un solo medico in pianta organica con un contratto a tempo determinato costretto a fare i salti mortali per garantire la piena attività del reparto, tre gli infermieri in servizio e due Oss per una situazione che rasenta il paradosso. A scattare la fotografia del reparto di oncologia dell’ospedale di Sulmona ci hanno pensato questa mattina la senatrice pentastellata, Gabriella Di Girolamo, e il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Giorgio Fedele. Il nuovo blitz è stato messo a segno all’indomani della raccolta firme scattata grazie al comitato dei malati oncologici, il cui portavoce è Giuseppe Pergola, e all’allarme lanciato dal Tribunale per i diritti del Malato per il tramite del suo coordinatore, Catia Puglielli. L’attività di monitoraggio del Movimento Cinque Stelle avviene su scala nazionale ed era cominciata alcuni mesi fa, prima delle elezioni regionali del 10 febbraio. Oggi la nuova visita a sorpresa che si è concentrata maggiormente su oncologia. “Stiamo dando seguito alle visite portate avanti un mese e mezzo fa. Il nostro atteggiamento vuole essere assolutamente costruttivo. Vogliamo andare a fondo a questa situazione e siamo convinti che la volontà del reparto non manca ma deve esserci una volontà politica che lo mette in condizioni di operare al meglio”- interviene la senatrice Di Girolamo riferendosi alla Regione dell’era Marsilio. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Fedele. “Dopo lo sblocco delle assunzioni del Ministro Grillo, la Regione intervenga immediatamente. Noi saremo da sprone alla Giunta Marsilio perché parliamo di un servizio che non può subire un disagio legato alla politica e alla burocrazia”- incalza il pentastellato non senza rimarcare che “oggi doveva esserci con noi anche la maggioranza della Regione ma non voglio far polemica perché servirebbe a poco”. L’ospedale di Sulmona resta quindi l’osservato speciale da governo, regione e istituzioni a vario titolo. Ora però servono interventi concreti per risolvere quelle criticità che il tempo può solo rendere irreversibili.

Andrea D’Aurelio

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