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SULMONA – Scatta l’emergenza per il reparto di oncologia dell’ospedale di Sulmona. Non è una novità per Onda Tg e il Tribunale per i diritti del malato che avevano lanciato l’allarme nei giorni scorsi. Ma ora si mobilitano sigle sindacali e politica perché la Asl provveda a rafforzare la pianta organica del reparto che conta solo un’unità in servizio. “Con il pensionamento del Dottor Saggio e il trasferimento del Dottor Guglielmi” spiegano i sindacalisti Gianna Tollis e Mauro Incorvati di Cisl Medici e Cisl Fp “l’oncologia di Sulmona è attualmente a carico di un solo Dirigente Medico. E’ impensabile che la Dottoressa Cocciolone, che con grande senso di responsabilità si è caricata dell’enorme lavoro lasciato dai suoi predecessori, possa continuare per molto tempo mantenendo gli attuali ritmi”. E la Tollis e Incorvati rimarcano come il malato oncologico sia un paziente da seguire in modo quantomai particolare. “Riterremo responsabile la Dirigenza di questa Azienda” concludono “se dovessero sopraggiungere disagi per i pazienti oncologici o situazioni di criticità del percorso di diagnosi e cura. Questa urgente e imperativa richiesta è fatta a difesa di pazienti particolarmente fragili, a difesa del territorio e dei servizi che vi insistono, a difesa degli Operatori della Sanità che non possono e non devono rischiare sulla propria persona per una palese inadempienza da parte dell’Azienda”. Sulla situazione interviene anche il consigliere comunale Roberta Salvati che chiede il potenziamento del reparto con l’introduzione della radioterapia e lancia un appello alla Regione. “Non è sostenibile, in un Comune come il nostro” spiega la Salvati “con un ospedale appena inaugurato una carenza di un servizio fondamentale. Si parla sempre più spesso di riempire il nuovo ospedale di contenuti, ecco è giunto il momento di farlo”. E la Salvati lancia un appello al consiglio regionale ai consiglieri eletti nel territorio, Marianna Scoccia, Roberto Santangelo e Antonietta La Porta, e al presidente della giunta regionale Marco Marsilio affinché si facciano carico di questa urgentissima situazione. “Bisogna evitare che i pazienti siano costretti” conclude “ a percorrere chilometri per raggiungere le strutture sanitarie di Chieti, Pescara o L’Aquila tutti i giorni per cure che si protraggono per mesi.I pazienti vanno tutelati ed è giunto il momento di porre rimedio a tanto disagio vissuto da chi soffre già molto”.

Andrea D’Aurelio

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