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SULMONA – Una perizia ammessa, una posizione stralciata e diciotto persone in attesa dell’udienza preliminare. E’ stato un tour de force al Palazzo di Giustizia per avvocati e imputati dell’operazione “La Fenice”, riguardante il traffico illecito di droga e la tentata estorsione. L’inchiesta condotta da Procura e Carabinieri fa riferimento a vicende verificatesi nel 2017. Oggi il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, ha ammesso la perizia per uno degli indagati, E.B., chiesta dal suo legale Stefano Michelangelo per verificare se era capace di intendere e volere al momento del fatto e se è capace di stare in giudizio. Una tesi difensiva che Michelangelo ha utilizzato anche in un processo “gemello”, quello riguardante il “Piccolo Colosseo”. Il giudice ha stralciato poi la posizione di G.G., un altro giovane di Sulmona, per la violazione del diritto di difesa come richiesto dall’avvocato Guido Colaiacovo. Gli atti quindi tornano al Pm per la relativa notifica e citazione. In diciotto restano imputati davanti al Gup e si dovranno presentare il prossimo 14 maggio per l’udienza preliminare. Agli imputati vengono contestati a vario titolo i reati di traffico illecito di ingenti quantità di sostanze stupefacenti in concorso e tentata estorsione per due di loro, commessi principalmente in Valle Peligna, particolarmente a Sulmona, Raiano e Pratola.  Intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento hanno consentito ai militari, dal 2015 al 2017, di risalire ai presunti responsabili. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 1 kg e 200 grammi di marijuana, 74 mila euro in contanti, un disturbatore di frequenze e un “pugno di ferro” utilizzato probabilmente per le tentate estorsioni.

Andrea D’Aurelio

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