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SULMONA – “Chiuderà la comunità salesiana ma non l’opera salesiana. L’oratorio andrà avanti attraverso i salesiani cooperatori”. E’ il vescovo di Sulmona-Valva, mons. Michele Fusco, a prendere la parola a Onda Tg su una delle notizie che ha tenuto banco nell’ultimo periodo, ovvero la decisione della Circoscrizione centrale salesiana di lasciare Sulmona, a partire da agosto 2020, nell’ottica di una riorganizzazione nazionale. Il pastore diocesano tranquillizza i “fedelissimi dell’oratorio” spiegando che il progetto educativo avrà una continuità grazie alla presenza dei salesiani cooperatori, laici formati per gestire uno spazio dove sono cresciute intere generazioni di giovani. “Sulmona deve tanto ai salesiani ma l’opera salesiana andrà avanti nell’oratorio grazie ai salesiani cooperatori che, periodicamente, saranno affiancati dai salesiani consacrati per l’aggiornamento e la formazione”- interviene il vescovo che dovrà nominare un sacerdote come parroco della Chiesa di Cristo Re, che fa parte del complesso. “Quella realtà educativa insomma continuerà ad andare avanti anche se in modo diverso”- conclude il prelato. Sulmona quindi, come aveva auspicato la Circoscrizione centrale, rientra nel novero di comuni e città che hanno visto un passaggio di consegne tra salesiani consacrati ( sacerdoti o religiosi) e salesiani cooperatori ( laici). Questo comporta che la parrocchia passa nelle mani della diocesi ma la gestione dell’oratorio potrà avere una continuità come auspicato da cittadini e amministratori perché quel luogo non ha solo un valore religioso per la città ma anche umano, etico e sociale. Da più di 40 anni migliaia di bambini e ragazzi sono passati dall’oratorio di Cristo Re. La maggioranza di loro è cresciuta in quelle stanze, tra una partita di biliardino, calcetto, basket e le prime cotte dell’adolescenza. In Italia, è mutata ormai da anni la configurazione delle Province religiose: negli ultimi 20 anni, sono passate da 12 a 6. E Sulmona rientra nel vortice della riorganizzazione. Ma il progetto educativo che ha tenuto in vita uno dei pochi centri di aggregazione giovanile rimasti, andrà avanti.

Andrea D’Aurelio

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