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SULMONA – L’orso di Roccaraso è morto per il violento impatto con un autoveicolo (probabilmente un mezzo pesante) che ha determinato fratture vertebrali multiple ed intense emorragie interne. Ma l’animale portava con sé i segni irreversibili della persecuzione dell’uomo. Era stato ferito ad una zampa, mesi fa, da un colpo d’arma da fuoco, e questo gli aveva provocato una grave e persistente zoppia. E’ quanto emerge dal referto medico del veterinario del Parco Nazionale della Majella che, nella tarda serata di ieri, al termine di un lungo ed accurato accertamento necroscopico condotto presso l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, ha riportato alla direzione del Parco le sue deduzioni incluse nella cartella clinica dell’animale e confermate dal rapporto di prova parziale dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale). “Solo grazie alla professionalità dei tecnici del Parco, ad un’idonea dotazione strumentale, e a una disponibilità all’intervento che non conosce limiti, siamo riusciti a comprendere la “reale causa di morte dell’animale”. Le prove diagnostiche effettuate infatti indicano che si è trattato di un animale in gravi difficoltà, che zoppicava, deambulava in modo non normale e si era approvvigionato in modo non sufficiente rispetto alle esigenze del periodo di iperfagia nel quale si trovava, e rispetto all’imminente periodo invernale. Non è escluso che questo suo problema di zoppia, ormai cronicizzato, gli abbia impedito di sottrarsi efficacemente anche all’impatto con l’automezzo, probabilmente un mezzo pesante, che lo ha ucciso”. E’ quanto ha dichiarato il Direttore del Parco Oremo Di Nino. Il referto medico veterinario riassume quanto è stato dedotto dalla cattura dell’animale, al percorso diagnostico, alle cure prestate, fino al decesso e alla necroscopia di ieri. E chiarisce, inoltre, alcuni aspetti ieri discussi in maniera approssimativa ed enfatica sui social.

Andrea D’Aurelio

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