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SULMONA – Si riapre dinanzi la Corte d’Appello dell’Aquila il caso dell’orso ucciso a fucilate a Pettorano sul Gizio. La prima udienza è fissata per il giorno 29 ottobre. Ad impugnare la sentenza di primo grado del Tribunale di Sulmona che aveva assolto A.C., anziano di Pettorano perché il fatto non costituisce reato, sono state le associazioni ambientaliste. “La decisione della Procura generale che aveva accolto la richiesta delle associazioni nel maggio 2018, aveva confermato che i nostri dubbi nei confronti della sentenza , rinforzati dalla lettura delle motivazioni, erano quantomeno fondati” sottolinea Stefano Orlandini, dell’associazione Salviamo l’Orso. “Dal processo prossimo venturo non ci aspettiamo nient’altro che una giusta condanna dell’imputato, non mesi di galera, ma solo l’applicazione della legge che vieta l’uccisione di un animale protetto da leggi nazionali ed europee, simbolo della nostra regione e che mai si è reso pericoloso per l’uomo, men che mai a Pettorano nell’autunno del 2014, quando colpito da una scarica di pallettoni mentre si allontanava dal pollaio in cui era entrato, moriva poco dopo al termine di una straziante agonia – conclude – Che sia una multa , un’ammenda, il ritiro definitivo del porto d’arma da caccia o un giorno di reclusione con la condizionale non ci importa. Ma che sia una condanna”. A.C., uscito assolto dopo il processo di primo grado, tenterà di difendersi anche in appello. La convivenza fra plantigrado e residenti non è proprio serena, fermo restando i risultati incassati negli ultimi anni e le buone pratiche diffuse.

Andrea D’Aurelio

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