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SULMONA – Slitta di una settimana il processo per l’operaio 64 enne di Pettorano sul Gizio che nel settembre 2014 uccise con colpi di arma da fuoco un giovane esemplare di orso bruno marsicano. La discussione è stata aggiornata per martedì prossimo, 14 novembre alle ore 10.30, quando in aula sarà presente il giudice Marco Billi, che ha seguito il caso. Nel frattempo il giudice Concetta Buccini ha proceduto oggi all’accoglimento delle richieste di costituzione di parte civile presentate da cinque associazioni (wwf , Salviamo L’Orso, Dalle Parte dell’Orso, Abruzzo Natura e Lav) e dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Assente l’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Zurlo, mentre in aula erano presenti i rappresentati delle varie associazioni. “L’orso bruno marsicano è una specie in via d’estinzione. Negli ultimi 80 anni sono moltissimi gli orsi uccisi per mano dell’uomo. Questo è uno dei pochi casi in cui si è individuato l’autore ed è bene che si vada fino in fondo a questa vicenda”- interviene ai nostri microfoni l’avvocato del Wwf e Pnlam Michele Pezone. Solidarietà all’operaio arriva dal comitato cittadini di Vallelarga, guidato da Domenico Ventresca. “Siamo dispiaciuti per quanto accaduto e sarà la giustizia a fare il suo corso”- spiega Ventresca- “noi vogliamo che l’orso stia bene e quindi resti nel suo habitat”. L’ultimo responsabile di un atto di bracconaggio nei confronti di un orso d’Abruzzo individuato e processato risale a più di 30 anni fa. Nel frattempo sono stati circa 80, dal 1971, i plantigradi uccisi con armi da fuoco o con il veleno.

Andrea D’Aurelio

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