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SULMONA – Il fatto non costituisce reato. Il giudice Marco Billi ha pronunciato la sentenza di assoluzione a favore dell’imputato di 64 anni di Pettorano sul Gizio, Antonio Centofanti, che era accusato di aver ucciso un plantigrado nel 2014. Il Pubblico Ministero stamane nel corso della discussione finale aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, mentre le parti civili volevano la condanna unitamente al risarcimento che solo un’associazione ha quantificato in 50 mila euro. Si chiude così il processo cominciato nel novembre dello scorso anno. L’imputato è stato difeso dall’avvocato Franco Zurlo che si è detto molto soddisfatto dell’esito del processo. La difesa è riuscita infatti a dimostrare che quella sera del 12 settembre 2014 Centofanti era scivolato stando a quanto riportato nel referto medico che parla di trauma alla coscia e mentre cadeva sarebbero partiti i colpi. In mancanza di una consulenza balistica non si è potuto accertare se proprio quei colpi avrebbero provocato la morte del plantigrado mentre Zulo ha riferito al giudice che in quel periodo almeno tre orsi si aggiravano per la frazione di Vallelarga. Nella discussione finale è emerso anche che Centofanti aveva presentato una denuncia contro ignoti per poi essere minacciato in un secondo momento attraverso una lettera anonima. Le parti civili hanno spinto fino all’ultimo per la condanna sostenendo che “l’orso era di spalle e stava andando via quando è stato raggiunto dai colpi”. Ma alla fine l’operaio è stato assolto con formula piena e fra trenta giorni arriveranno anche le motivazioni della sentenza. Le parti civili valuteranno a questo punto se produrre o meno appello dal momento che il fatto non costituisce reato.

Andrea D’Aurelio

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