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SULMONA – “Coloro che hanno decretato la morte dell’ospedale di Sulmona stanno ora versando le lacrime di coccodrillo”. Torna all’attacco il coordinamento cittadino della Lega alla vigila del Consiglio Comunale allargato sulla salvaguardia del punto nascita di Sulmona. Con un summit che si è svolto nei giorni scorsi nell’ala vecchia del nosocomio il coordinatore cittadino Nicola De Simone assieme ai suoi più stretti collaboratori ha riarmato la battaglia a difesa non solo del punto nascita ma dell’intero ospedale. La Lega ha voluto incontrare i sanitari del nosocomio e raccogliere in un dossier tutte le criticità dei singoli reparti. Da reperibilità h 24 alla mancata fornitura di attrezzature. Anche se la patologia cronica dell’ospedale resta la carenza di organico. Dal reparto di chirurgia senza primario da otto mesi fino ad arrivare alla grave carenza di organico in atto al pronto soccorso che conta sei medici più la responsabile a fronte di dodici unità previste nella pianta organica. In forza ci sono anche tredici infermieri ma ne dovrebbero essere ventidue. Mentre si sta valutando un ricorso alla magistratura, il coordinamento della Lega attacca il senatore ed ex governatore della Regione, Luciano D’Alfonso, non senza risparmiare l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci e il sindaco di Sulmona Annamaria Casini per aver prima avallato la classificazione di ospedale di base e poi aver innescato la marcia indietro. “L’unica strada è quella di modificare il piano sanitario regionale e classificare il presidio come primo livello”- interviene il coordinatore Nicola De Simone che non abbassa la guardia e punta il dito contro una politica che prima penalizza e poi torna indietro.

Andrea D’Aurelio

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