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SULMONA – C’era una volta il mercato di piazza Garibaldi. Quella centralissima piazza che faceva gola agli ambulanti di mezza regione, ora appare sempre più snobbata dagli stessi operatori. Colpa della crisi che prende il sopravvento o dei sulmonesi che anche loro trascurano lo storico mercato di piazza Garibaldi? O forse qualche responsabilità è della politica che non ha ancora dato seguito alle legge sui mercati storici? Sono tutte domande che devono trovare una risposta anche se il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti. Il mercato si sta impoverendo. Questa mattina, nonostante il sole battente che ha regalato un assaggio di primavera, molti ambulanti hanno disertato la piazza. Si sa che il sabato è il giorno che richiama sempre più movimento rispetto al mercoledì, il giorno che poco si concilia per acquisti e giri in mercato. Ma chi ricorda i bei tempi del mercato sa che certi spazi vuoti non si sono mai visti. E si grida alla crisi, alla gente che non c’è, all’incasso che manca e alle vendite scese quasi del cento per cento. “E’ tutto un circolo vizioso. Se la gente che acquista è sempre meno anche noi ambulanti rinunciamo”- osservano in coro quegli operatori che gettano il cuore oltre l’ostacolo. E stanno sempre lì. Con il sole e con la pioggia. Con il vento forte e con la neve. E se fino a qualche anno fa la ristrutturazione era la chiave di volta, ora ci si accorge che la musica non è cambiata. Il restyling del mercato di piazza Garibadi risale al 7 ottobre 2017 quando era assessore al commercio Cristian La Civita. Il numero degli ambulanti è stato ridotto da 161 a 105. Ma la nuova planimetria razionalizza l’occupazione del plateatico introducendo i corridoi di soccorso e dei disabili, applicando il cosiddetto concetto di “entrata libera”, un complesso di azioni finalizzate al miglioramento dell’accessibilità delle persone con disabilità ai banchi delle merci esposte. Ma per la Confesercenti e Fiesa la vera boccata d’ossigeno può arrivare con il riconoscimento del mercato storico. Il grande sforzo è stato fatto quest’estate con la modifica della legge regionale ma la palla passa ora ai Comuni. Una proposta generata dall’analisi di dati storici che indicano l’anno 1234 quale riferimento dell’istituzione del mercato e delle fiere di Sulmona, da parte dell’Imperatore Federico II. Una dicitura non cambia le cose ma potrebbe dare nuova linfa a un mercato che sta diventando sempre più povero. In tutti i sensi.

Andrea D’Aurelio

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