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SULMONA – Ha effettuato ben diciassette prelievi dal bancomat dello zio, per un valore complessivo di 2860 euro, tanto da finire sotto processo e beccarsi una condanna a un anno di reclusione ( pena sospesa), al pagamento di trecento euro di multa e delle spese processuali. Protagonista della vicenda è A.L.C., 47 enne di Sulmona, che oggi è dovuto comparire davanti al giudice monocratico del Tribunale, Francesca Pinacchio. I fatti risalgono al novembre del 2016 quando lo zio, il fratello del padre con il quale conviveva, ha presentato una denuncia-querela per la sottrazione del bancomat e del pin. Il 47 enne di Sulmona, nel corso del processo, ha sostenuto di convivere con lo zio, tanto da effettuare prelievi per il pagamento delle utenze e delle spese sanitarie. Secondo l’accusa, che ha contestato il furto, zio e nipote non convivevano, tanto da far venir meno le cause di impunibilità. La parte offesa, lo zio paterno, non è stato ascoltato nel corso del processo, visto il decesso che è subentrato in un secondo momento. La tesi difensiva non è bastata al 47 enne per evitare la condanna a un anno di reclusione e a trecento euro di multa. “E’ una sentenza che appelleremo”- annuncia il legale del sulmonese, l’avvocato Serafino Speranza- “perché abbiamo dimostrato che i due convivevano e solo nell’ultimo periodo il mio assistito si è dedicato anche a un altro familiare. Va inoltre osservato che nessuno dei figli dello zio deceduto si è costituito parte civile”.

Andrea D’Aurelio

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