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SULMONA –  Si aprono le porte del carcere di Pescara per due esponenti della comunita’ rom di Sulmona, di 65 e 46 anni, in esecuzione dell’ordine per la carcerazione emesso dalla  Procura della Repubblica di Sulmona, in forza della sentenza emessa il 25 settembre 2012 dal Palazzo di Gustizia, confermata dalla Corte d’Appello di L’Aquila e resa definitiva dalla Corte Suprema di Cassazione che ha rigettato il ricorso. Entrambi sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione per il reato di usura a seguito di una lunga e complessa indagine svolta nel 2008, condotta dall’ispettore superiore Daniele L’Erario e dalla Squadra Anticrimine di via Sallustio. All’epoca dei fatti, un commerciante sulmonese, in precarie condizioni economiche, fu costretto a rivolgersi ai componenti della famiglia rom per ottenere dei prestiti di natura usuraria per non chiudere la propria attivita’. I debiti accumulati, ammontanti a diverse decine di migliaia di euro, ne peggiorarono ulteriormente la condizione economica, tanto da non poter soddisfare le primarie esigenze di sostentamento personale ed aziendale. Da qui la denuncia presso il Commissariato e le articolate indagini  che hanno portato a dimostrare l’esistenza di un collaudato sodalizio criminale e a raccogliere gli elementi probatori per la condanna in via definitiva. Entrambi vennero denunciati in stato di liberta’, insieme ad altri due uomini, per i quali il gip presso il Tribunale di Sulmona emise, su richiesta del pubblico ministero, la misura cautelare degli arresti domiciliari, e ad una donna, tutti appartenenti alla medesima etnia. Gli altri coimputati sono ancora in attesa di giudizio, mentre la donna e’ stata successivamente assolta.

A.D.A.

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