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blue Italian police car with written Polizia and an agent

SULMONA – Il caso delle presunte minacce agli aspiranti consiglieri comunali, candidati nella compagine di Bruno Di Masci, è l’argomento che scandisce le prime battute della campagna elettorale. La vicenda è finita sul tavolo della Digos che ha avviato gli accertamenti di rito. Dal Commissariato di via Sallustio fanno sapere che i biglietti minatori fatti recapitare agli aspiranti consiglieri non sarebbero riconducibili alla competizione elettorale. Molti dei messaggi attengono alla sfera personale degli aspiranti consiglieri, altri contengono solo delle esortazioni e dei consigli. Dal raggruppamento civico “ La Città che vogliamo” continuano a sostenere che si tratta di “fatti assai gravi, che mai si ricordano nella storia delle campagne elettorali di questa citta’, di salda tradizione democratica e di grande civilta’ e per questo abbiamo apprezzato molto la solidarieta’ espressa dagli altri candidati sindaci ai nostri candidati minacciati e alla nostra coalizione “, incalza Fabio Ranalli, capolista tra gli otto del raggruppamento. “Auspichiamo un clima di piena serenita’, di reciproco rispetto tra tutti i protagonisti della campagna elettorale e naturalmente riteniamo indispensabile che sia fatta piena luce su gesti ignobili che hanno il solo scopo di generare un clima malsano, a scapito di un confronto serio e costruttivo”, aggiunge. Saranno le indagini della Polizia a svelare se le presunte minacce saranno tali. Non è escluso che, in caso di mancata corrispondenza con la realtà, si potrebbe aprire un caso di procurato allarme.

Andrea D’Aurelio

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