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SULMONA – 200 mila euro ai comuni di Cansano e Campo di Giove per attivare in maniera congiunta un programma triennale per l’accoglienza integrata di richiedenti asilo e rifugiati, entrando ufficialmente a far parte della rete nazionale Sprar. Il progetto, unico in Abruzzo, è volto all’accoglienza di dodici migranti che hanno ottenuto asilo politico. L’iniziativa sarà finanziata con circa 200 mila euro annui. Il contributo annuale assegnato per la realizzazione del progetto ammonta a 196.801,43 € e 12 sono i richiedenti asilo, titolari di protezione umanitaria o internazionale e rifugiati, che verranno ospitati nei due paesi secondo una ripartizione che vedrà 5 posti a Cansano e 7 a Campo di Giove. L’ente attuatore che coadiuverà i due comuni nella gestione del progetto, individuato mediante procedura di pubblica evidenza, è la Horizon Service Società Cooperativa Sociale di Sulmona, soggetto di provata esperienza e serietà, già presente con i suoi servizi nel territorio dei due comuni. “L’amministrazione comunale di Campo di Giove ha fermamente creduto nella necessità di dover seguire una strada diversa per l’accoglienza, che poggiasse sulle solide basi di un sistema regolamentato e ampiamente rodato a livello nazionale, quale il sistema Sprar” dichiara il Sindaco Giovanni Di Mascio “Per tale ragione, anche grazie al supporto di Anci Abruzzo, abbiamo avviato una collaborazione sinergica e proficua con il Comune di Cansano, accettando il ruolo di ente capofila del progetto presentato congiuntamente.” “Cansano e Campo di Giove sono i primi comuni della Valle Peligna protagonisti di un progetto territoriale Sprar. Ciò non può che riempirci d’orgoglio, ma ci spinge anche nella direzione di un maggior impegno e responsabilità. Sono convinto che insieme alle nostre rispettive cittadinanze daremo ancora una volta prova di grande spirito di accoglienza, mettendo al centro la dignità e il rispetto delle persone accolte” aggiunge il sindaco di Cansano Mario Ciampaglione. Un progetto, quello dei due Comuni peligni, rivolto prioritariamente ai nuclei familiari, che seguirà un modello di “accoglienza integrata”, prevedendo attività complementari alla sola distribuzione di vitto e alloggio, quali misure di informazione, assistenza e orientamento, nonché costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Il progetto aveva suscitato, la scorsa estate, non poche perplessità nei due centri montani. Tanto rumore per nulla.

Andrea D’Aurelio

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