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SULMONA – Fra le motivazioni che avrebbero indotto il senza tetto a mettere in scena ieri la protesta sull’acquedotto svevo c’è anche quella dell’allontanamento da parte della Caritas Diocesana di Sulmona-Valva dalla mensa di via porta Romana. Un chiacchiericcio che ieri si sentiva sulla scena della protesta ma che questa testata non ha riportato. Ma se l’uomo ha chiamato in causa la Caritas, è la diocesi in queste ore a rispondere con una nota inviata alla stampa per chiarire la sua posizione. “Nicola è assistito dalla nostra Caritas diocesana dal giorno 8 giugno 2012 in modo non continuativo perché, per lunghi periodi, si recava in Toscana (la sua terra di origine) per lavoretti saltuari. Nell’ultimo anno e mezzo ha usufruito quotidianamente del servizio mensa, vestiario e di ogni forma di sostegno da parte dei nostri operatori”- fanno sapere dalla diocesi- “Nicola nel corso degli ultimi mesi ha inveito e offeso ripetutamente il personale e, nonostante i molteplici tentativi di accompagnamento messi in atto da parte degli operatori che lo seguono, ha assunto atteggiamenti pericolosi diventando una minaccia per gli altri ospiti. La misura di allontanamento adottata nei confronti di Nicola si è quindi resa, a malincuore, necessaria per la tutela dell’incolumità di tutti coloro che frequentano la mensa: ospiti, cuoche e volontari. La Caritas di Sulmona non ha mai chiuso le porte a chi, nella necessità e nel bisogno, ne abbia fatto richiesta e combatte la violenza come forma di risoluzione dei problemi, anche alla luce del clima di intolleranza e di odio che si sta diffondendo. Siamo fortemente dispiaciuti per l’accaduto di ieri ed auspichiamo che, lavorando in rete, per Nicola e casi simili si superi la logica del puro assistenzialismo e si studino misure efficaci per rimettere al centro la persona umana”.

Andrea D’Aurelio

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