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SULMONA – Sono stati espulsi dal Partito Democratico e hanno revocato, almeno verbalmente, l’appoggio al sindaco Annamaria Casini. Ma se è vero come è vero che la città di Sulmona si proietta verso una nuova campagna elettorale, fermo restando la sfiducia o la caduta della Casini che è ancora da studiare a tavolino, i fedelissimi di Bruno, dovranno pur decidere da che parte stare. Per questo, per domenica prossima 19 gennaio, è arrivata la chiamata a raccolta presso un hotel cittadino. I dimasciani sono stati chiamati a rapporto dall’ex sindaco, Bruno Di Masci, che nell’ultimo Consiglio Comunale dichiarò di voler revocare l’appoggio alla Casini, dover aver votato i debiti fuori bilancio. Nei giorni scorsi si è parlato di mozione di sfiducia e di ritiro degli assessori di riferimento nella Giunta Comunale. Tutte mosse che tendono a indurre il sindaco, Annamaria Casini, a gettare la spugna. Ma su una cosa la Casini è stata chiara: non si dimetterà. Lo ha ripetuto più volte dallo scranno più alto di Palazzo San Francesco, con tanto di sinfonia al ritmo di “vergognatevi”, sfidando  i suoi alleati quasi ex a una forte assunzione di responsabilità. “Per domenica ho convocato un summit per riunire quanti sono vicini al nostro progetto. Non è che noi siamo stati cacciati dal Pd ma non abbiamo mai manifestato l’intenzione di tornarci dopo il commissariamento- esordisce il consigliere comunale. L’obiettivo della reunion è quello di tracciare un percorso alla vigilia delle eventuali elezioni amministrative, tenendo conto che i dimasciani sono fuori dal Pd e, seppur più vicini ai renziani, non avrebbero intenzione di allinearsi con Italia Viva. E’ facile che presenteranno una lista a sostegno dei civici gerosolimiani, dopo l’alleanza sancita lo scorso anno per evitare un lungo commissariamento, e che in queste ore si sta consolidando per porre fine all’era Casini. Il ritiro degli assessori potrebbe essere il primo passo anche se i cittadini attendono risposte e mosse concrete, nel bene o nel male, in un momento dove la politica è sempre più distante dalle istanze degli elettori, questi conosciuti solo in campagna elettorale.

Andrea D’Aurelio

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