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SULMONA – Una diffida alla Regione Abruzzo perché persegua la strada della deroga e del mantenimento del reparto e un’altra alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila perché ponga in essere tutte quelle operazioni volte alla fornitura delle strumentazioni e dei materiali necessari per mettere nelle condizioni il presidio di continuare ad operare. Questa la reazione del Tribunale per i diritti del Malato al parere del comitato percorso nascite del Ministero che ha chiesto la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Sulmona non prima però di aver predisposto il percorso pre e post partum. Nulla di nuovo sotto al sole perché il parere tecnico non comporta una eguale scelta politica. D’altronde il parere dell’altro giorno è simile al precedente perché si basa sul decreto Lorenzin. Ma per ribadire l’importanza della tutela del punto nascita il Tdm sta predisponendo in queste ore la diffida bipartisan. Sul parere del comitato interviene intanto l’avvocato Catia Puglielli, attivista del Tdm. “Questa è una lotta che viene portata avanti a livello politico e sociale da tutta la comunità”- ha esordito la Puglielli che fa notare che andavano attuate una serie di misure per potenziare il reparto e scongiurare anche il parere tecnico. “E’ il caso di interrogare la Asl stessa sul perché ancora non sono state attuate tutte le misure collegate alla deroga e andare a monte sollecitando la Regione Abruzzo a fare dei controlli sul perché poi ci siano certi inadempimenti”- chiosa l’attivista Tdm convinta che il problema riguarda il punto nascita ma si può estendere ad ampio raggio sul nosocomio.

Andrea D’Aurelio

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