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SULMONA – Arriva il 2019 ed ancora nessun nato all’ospedale di Sulmona. Né ieri e né oggi ci sono state gestanti in sala parto e quindi bisognerà ancora attendere per vedere appeso il primo fiocco sul reparto di ostetrica e ginecologia che ha chiuso il 2018 con 235 parti, 24 in meno del 2017 quando si registrano 259 nascite. Il punto nascita quindi non ha battuto il record ma è evidente che il parere del comitato tecnico del Ministero, che ha chiesto la chiusura, ha influito e non poco sulla scelta delle partorienti ma per una politica che vuole guardare ai territori disagiati, il numero dei parti sicuramente non sarà un problema. Il vero scoglio è il riconoscimento di area disagiata, come emerso nell’ultimo tavolo di monitoraggio fra Ministero e Regione. Non si tocca nulla fino al 10 febbraio, nel senso che non sarà firmato alcun decreto di chiusura, ma l’intenzione è quella di non avviare il cronoprogramma, viste anche le criticità che hanno riguardato il tentativo di avviare le reti pre e post partum. Il punto nascita ha bisogno di stabilità, di scelte politiche definitive oltre che di incremento di personale e di stabilizzazione delle unità già presenti nell’organico. Per il resto le ultime iniziative messe in campo hanno fatto raccontare di un reparto aperto e in pieno fermento. Dai 6 parti in 24 ore, record registrato nel mese di dicembre, alla serie di novità che vanno dalla musicoterapia con il repertorio di Patrizio Maria D’Artista fino alla mostra con le foto dei nati del 2018. Come a dire che il punto nascita rimane al centro del territorio. Ora è la politica che deve assumere decisioni durature nel tempo per incentivare il reparto.

Andrea D’Aurelio

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