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SULMONA – “Fino al 10 febbraio che sono in carica non farò nessun provvedimento di chiusura. Laddove qualcuno dopo di me vorrà farlo dovrà attenersi a un cronoprogramma ma il punto è non arrivare a quel punto perché bisogna smuovere e rimuovere una valutazione tecnico-politica che è nazionale”. Lo ha detto ieri nello speciale di Onda Tg l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci, chiamato in causa a proposito del punto nascita dell’ospedale di Sulmona, all’indomani del tavolo di monitoraggio con il Ministero. Paolucci non solo ha dichiarato che non firmerà nessun decreto di chiusura ma una volta che il Ministero recepirà il verbale dell’incontro e lo metterà nero su bianco, è pronto a presentare la seconda istanza di deroga, per argomentare meglio le osservazioni sull’area disagiata, quella che il Ministero non ha riconosciuto per il punto nascita peligno. “Noi chiederemo di reiterare la richiesta di deroga per il reparto di ostetricia”- ha detto l’assessore regionale non senza rimarcare che il problema è tutto politico. Con le carte alla mano Paolucci ha dimostrato che la Regione ha già presentato le sue argomentazioni a favore dell’area disagiata per il punto nascita di Sulmona ma il Ministero non le ha recepite. “Il punto nascita di Sulmona si inserisce in modo organico nella rete di offerta dei punti nascita orograficamente estesi e con zone montane difficilmente raggiungibili durante i mesi autunnali e invernali gravanti sul presidio ospedaliero di Sulmona su appendice del presidio ospedaliero di Castel Di Sangro”- si legge nella richiesta di deroga della Regione- “la connessione tra i due ospedali necessita di circa 50-60 minuti con mezzi di soccorso e un eventuale trasporto al presidio ospedaliero dell’Aquila necessita di ulteriori 60-70 minuti di viaggio oppure verso Avezzano”. Come a dire che di argomentazioni ce ne sono abbastanza ma ora tocca al governo accettare e concedere la deroga.

Andrea D’Aurelio

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