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SULMONA – Un fiocco azzurro e due rosa. Tre parti nelle ultime 24 ore proprio come accadde all’indomani della prima bocciatura da parte del comitato percorso nascite del Ministero della Salute. I numeri restano ancora troppo distanti dalla soglia dei 500 parti annui sancita nel decreto Lorenzin ma il punto nascita dell’ospedale di Sulmona non resta certo a guardare l’evoluzione del dibattito politico che, si spera, porterà a una nuova deroga. Non che tre parti in un giorno debbano passare come un record o come un fatto straordinario ma la mole di lavoro che si segue nel reparto di maternità dà l’idea di quanto quest’ultimo opera e lavoro al di là dei numeri in un territorio dove è inutile fare i conti perché non torneranno mai. E’ l’orografia, sono le distanze chilometriche e le condizioni atmosferische a fare la differenza. Per il punto nascita si tratta di una piacevole coincidenza. Ogni volta che si parla di bocciatura c’è sempre un segnale che rimette tutto in discussione, non sotto il punto di vista tecnico s’intende. La battaglia politica riparte sabato 3 novembre con un Consiglio Comunale straordinario voluto dal sindaco Annamaria Casini che ha chiamato a raccolta colleghi e sindacati mentre per l’ex assessore regionale Andrea Gerosolimo non servono chiacchiere, consigli e assemblee ma è il governo che deve dire chiaramente se è d’accordo o no a mantenere aperto il presidio. In un video postato su facebook la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo ha annunciato che andrà di nuovo al ministero della Salute per “approfondire la questione del punto nascita e tentare ogni sforzo per mutare il destino infausto del punto nascita sulmonese, considerando che il decreto Lorenzin stabilisce criteri precisi entro i quali bisogna stare”. Il Tdm intanto ha diffidato Asl e Regione come annunciato da Onda Tg: l’azienda sanitaria per la fornitura di tutte le strumentazioni necessarie per il reparto e la Regione perché richieda la deroga come già fatto precedentemente.

Andrea D’Aurelio

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