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SULMONA – Rapinarono la proprietaria della parafarmacia di viale Mazzini e rubarono il furgone che venne utilizzato per gli spostamenti. Con l’accusa di rapina aggravata dall’uso dell’arma e furto aggravato in concorso, due sulmonesi G.S. di 27 anni e M.V. di 49 anni, sono stati rinviati a giudizio questa mattina dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Daniele Sodani. La prima udienza dibattimentale è stata fissata per il prossimo 26 maggio davanti al collegio del Tribunale. Ma andiamo con ordine. I fatti risalgono al 9 febbraio del 2018 quando la titolare della parafarmacia che si trova nell’edificio dove ha sede il supermercato Conad di viale Mazzini, aveva appena chiuso il negozio e si apprestava a salire sulla sua auto. In una mano la donna stringeva l’incasso della giornata mentre nell’altra la borsa con il computer e i documenti. La malcapitata si è ritrovata davanti un uomo con un coltello tra le mani. Temendo che potesse accadere qualcosa di grave, la prima cosa che le è venuta in mente è stata quella di offrire al malvivente i soldi dell’incasso, nella speranza di vederlo al più presto andar via. Anche perché, in quel momento, era più importante per la donna riuscire a non mollare la borsa e il suo contenuto (documenti, computer e carte di credito), anziché i 1.400 euro dell’incasso. Ma il rapinatore non ha accettato e dopo essersi preso la borsa è scappato via con il suo complice che lo stava aspettando poco più distante, a bordo di un furgone bianco, rubato poco prima sulla circonvallazione orientale. Una scelta, quella dei malviventi di lasciare la cospicua somma di denaro nelle mani della donna, che lasciò molti dubbi in sospeso.  Dubbi che la squadra anticrimine del commissariato di via Sallustio, coordinata dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, è riuscita a chiarire attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza e i riscontri fotografici. Un’operazione non facile visto che la vittima aveva tracciato un sommario identikit della persona che aveva imbracciato il coltello per rapinarla. Gli avvocati della difesa, Silvia Iafolla e Andrea Marino, hanno puntato proprio su questo particolare, sulla descrizione della persona offesa che non indentifica il suo rapinatore. La linea difensiva è stata incentrata anche sui tabulati telefonici che dimostrano come, nell’orario in cui si è verificato il furto del furgone, i due interagivano in continuazione. Come pure i legali hanno fatto notare al giudice la labile scaltrezza dei due soggetti che hanno preso il pc e hanno lasciato alla persona offesa una cospicua somma in contanti. Tutte argomentazioni che non sono bastate ad evitare un rinvio a giudizio per G.S. e M.V. Il prossimo 26 maggio inizierà il processo.

Andrea D’Aurelio

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