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SULMONA – “Il padre decade dalla responsabilità genitoriale e il figlio 15 enne viene affidato al servizio sociale con incarico di predisporre e attuare un progetto diretto a favorire l’autonomia della madre ed offrire al minore ogni opportuno sostegno anche con la prosecuzione del supporto psico-terapeutico”. E’ quanto ha deciso il Tribunale dei Minorenni dell’Aquila che ha tolto la patria potestà al 53 enne di Castel Di Sangro, già finito alla ribalta della cronaca per i suoi rapporti con il figlio e l’ex convivente. Una decisione che è stata presa sulla scorta di una perizia effettuata in sede penale, secondo la quale “la presenza di elementi di ansia, di marcati tratti depressivi, difficoltà relazionali comportamentali riscontrati nel minore, per quanto elementi aspecifici di disagio, possono essere compatibili con un quadro traumatico”. Peraltro il minore avrebbe espresso più volte la volontà di non vedere il padre che, a sua volta, si sarebbe disinteressato di fatto del figlio, non attivandosi neppure nel cercare di riprendere i contatti con lui. Il provvedimento del Tribunale dei minorenni è stato notificato alla vigilia dell’udienza che si è svolta ieri al Tribunale di Sulmona nel corso della quale il 53 enne è stato citato in giudizio con l’accusa di non aver osservato il decreto emesso precedentemente dal Tribunale dei minorenni con il quale gli si imponeva, tra l’altro, di effettuare incontri con il figlio minorenne in sede neutra e con l’assistenza di personale specializzato. La Procura ha contestato all’uomo di aver incontrato inopportunamente il minore per strada e ad averlo fermato, nonostante il suo dissenso. Il giudice Marco Billi ha rimesso però le carte al Presidente del Tribunale Giorgio Di Benedetto che dovrà procedere alla nomina di un nuovo magistrato e ad aggiornare l’udienza. L’inchiesta è ancora più estesa e fa riferimento ai fatti accaduti nel 2013 e 2014. Il primo filone si era chiuso con l’archiviazione parziale del Gip secondo il quale non ci fu abuso sessuale. Il secondo filone, quello che vede indagati entrambi i genitori lui per aver istruito la prole nella ricerca dei filmati pornografici e lei per aver omesso vigilanza, resta ancora aperto. Come pure va avanti l’inchiesta sui rapporti casuali.

Andrea D’Aurelio

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