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L’AQUILA – Circa 300 persone hanno animato il sit-in di protesta di stamani all’ingresso dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila in concomitanza con lo sciopero nazionale dei medici e veterinari in difesa della sanità pubblica, che in Abruzzo “coincide con il momento più complesso e problematico mai vissuto in questo settore”. Secondo le prime stime, in Abruzzo l’adesione è stata di circa il 90 per cento con interventi operatori ed esami diagnostici saltati. Presenti tra gli altri rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e diversi sindaci. “L’atto della Regione Abruzzo, approvato ieri sera, rappresenta un primo passo sicuramente importante”- è intervenuto Anthony Pasqualone della Cgil- “atto adottato anche a seguito delle innumerevoli richieste da parte della Fp Cgil che da tempo rivendicava l’avvio delle procedure concorsuali e di stabilizzazione del personale precario in servizio nella ASL n. 1.Il piano assunzioni, però, non è sufficiente a ripristinare uno standard quantitativo minimo di personale utile a garantire i livelli minimi essenziali, infatti, delle 207 assunzioni autorizzate, poche saranno effettivamente le nuove assunzioni poiché per la maggior parte si tratterà di trasformazioni di rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e tanti saranno ancora i precari da stabilizzare”. “Oggi a manifestare con noi ci sono persone che hanno arretrati 4-500 giorni di ferie e questo per garantire i servizi essenziali. Si parla di rischio di collasso della Sanità, ma la realtà è che alcuni reparti già hanno collassato”- denuncia il segretario abruzzese del sindacato dei medici Anaao, Alessandro Grimaldi. Tra gli amministratori presenti anche il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, che ha ribadito la necessità di tutelare il punto nascita ma anche di riempire di contenuti il nuovo ospedale. Nelle battute finali della protesta, si è fatto vedere anche il direttore generale della Asl provinciale, Rinaldo Tordera che non ha rilasciato dichiarazioni.

Andrea D’Aurelio

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