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SULMONA –  Una settimana esatta da oggi. Si avvicina la fatidica data del 31 agosto, termine ultimo per il sindaco di Sulmona Annamaria Casini, che lo scorso 10 agosto ha presentato le dimissioni dalla carica di primo cittadino, ma l’efficacia e l’irrevocabilità delle stesse scattano solo dopo venti giorni. Anche il terzo summit consecutivo di maggioranza, questa volta alla presenza del sindaco, ha fatto registrare un’altra fumata nera. Non era accaduto nemmeno all’ultimo conclave. Scherzi a parte, perché sdrammatizzare talvolta è necessario, il vertice di ieri si è chiuso con un nulla di fatto e apre le porte a un nuovo commissariamento, anche se si cercherà fino alla fine di salvare la situazione, ammesso che esistano ancora dei margini di recupero. Sul tavolo del summit sono piombati, oltre ai temi politici e amministrativi, anche i prossimi appuntamenti elettorali. Ricucire lo strappo non è cosa facile. Tre consiglieri ( Fabio Pingue, Andrea Ramunno e Katia Di Marzio) avevano optato e chiesto la linea del dibattito a viso aperto piuttosto che firmare l’ennesimo documento che, nei precedenti vertici, non era risultato poi tanto produttivo. Il sindaco Annamaria Casini , stando alle indiscrezioni, non si aspettava alcun segnale forte dalla sua maggioranza. Abbiamo provato a contattarla in giornata senza ricevere risposte. La Casini non risponde al telefono, almeno a questa testata. “Stiamo assistendo a una confusione della coalizione gerosolimiana che annuncia proposte forti e shock che di fatto non arrivano”- interviene il capogruppo di Avanti Sulmona Fabio Pingue- “vogliono solo la mia morte politica mentre io penso agli interessi della città”. E’ proprio tra Pingue e il sindaco che ieri, in più un’occasione, si sarebbero accese scintille. La minoranza intanto non resta a guardare. La consigliera di Forza Italia Elisabetta Bianchi ha trovato l’intesa con il suo coordinamento, chiedendo però al sindaco la verità delle sue dimissioni e la resa dei conti con la cittadinanza. Per il consigliere Bruno Di Masci l’origine dell’ultimissima crisi risale a qualche mese fa quando arrivarono, contattati da Di Masci, il Manager Tordera e l’assessore regionale alla sanità Paolucci che annunciò la revisione della classificazione dell’ospedale. “Da lì è iniziato tutto altrimenti anche quella storia sarebbe rimasta così com’era”- ha commentato l’ex sindaco. Il commissariamento a questo punto sembra più vicino e non sarebbe una sorpresa vista la lettera d’addio consegnata dal primo cittadino alla città lo scorso 10 agosto dove il Comune veniva identificato come un tavolo da poker e di responsabilità da dividere nemmeno se ne parlava. Poi si sa che in politica tutto è possibile. Sarà una battaglia fino alla fine, forse fino all’ultimo minuto del prossimo 31 agosto, prima di prendere o confermare una decisione definitiva. D’altronde ne vale il futuro della città.

Andrea D’Aurelio

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