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SULMONA – Il documento è ancora top secret e dovrà passare al vaglio della quinta commissione regionale e del Consiglio prima di approdare entro il prossimo autunno al tavolo di monitoraggio. Ma il piano della nuova rete ospedaliera sta già circolando in queste ore e dalla prima analisi altro non sembra che una “fotocopia” di quello elaborato dall’ex Presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dall’ex assessore regionale, Silvio Paolucci. Almeno per Sulmona novità non ce ne sono. Onda Tg svela in anteprima i contenuti dell’ospedale peligno e sangrino. Il nosocomio di Sulmona resta classificato come ospedale di pronto soccorso al pari di Giulianova, Atri, Sant’Omero, Popoli e Penne. La parola magica del primo livello non si ravvede nel piano della rete ospedaliera dell’era Marsilio, alla faccia delle tante battaglie che sono state condotte nell’ultimo periodo e che hanno portato il Consiglio Comunale di Sulmona a chiedere per ben due volte quella classificazione, fatta eccezione della prima delibera del 28 luglio 2016. Permane la deroga per il punto nascita. L’ha reiterata l’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, facendo un passo indietro rispetto l’iniziale intenzione di potenziare il reparto per arrivare alla soglia dei 500 parti. Una battaglia che ha visto il duro scontro fra la Lega e la consigliera regionale Udc, Marianna Scoccia, che ha chiesto e ottenuto in commissione l’impegno a reiterare la deroga per il punto nascita. Il reparto resta aperto e su questo la Regione dell’era Marsilio ha mantenuto le promesse elettorali. Anche se l’allora Commissario ad acta, Luciano D’Alfonso, aveva chiuso il punto nascita per effetto del decreto Lorenzin per poi, però, chiedere la deroga al Ministero, su impulso dell’ex assessore regionale, Andrea Gerosolimo. Nulla di nuovo sotto al sole. All’ospedale di Sulmona restano attive cinque unità operative complesse e tredici strutture semplici. Il presidio ottiene il Centro Spoke con Cardiologia e Utic, già riconosciuto in precedenza. Sono 146 i posti letto programmati e la nuova programmazione penalizza fortemente neurologia e lungodegenza. Aumentano i posti letto a urologia, chirurgia e ginecologia. La novità riguarda l’ospedale di Popoli, riclassificato presidio di pronto soccorso, che diventerà un Centro di riabilitazione qualificato con 80 posti letto. Resta ospedale di area disagiata il nosocomio di Castel Di Sangro con assetto di 32 posti letto per acuti di cui 24 in regime ordinario e 8 in regine diurno. La riorganizzazione prevede, fra le altre cose, il pronto soccorso, la medicina generale, chirurgia generale, l’ortopedia e la traumatologia in riferimento anche alla vocazione turistica della zona oltre all’anestesia e laboratorio analisi. In attesa di conoscere nel dettaglio tutte le novità del nuovo piano sanitario, per il Centro Abruzzo non si profilano grosse novità. E nei prossimi giorni ci sarà da discutere. Perché la sanità è stato uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale. E un piano del genere, allo stato attuale, potrebbe essere votato anche da una parte della minoranza in Regione ( ex maggioranza).

Andrea D’Aurelio

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