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SULMONA – Per il reato di truffa ai danni dello Stato resta agli arresti domiciliari, pur potendo raggiungere il posto di lavoro, il dipendente della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila in servizio presso l’ospedale di Sulmona. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari, Marco Billi, che ha convalidato l’arresto eseguito ieri dai Carabinieri della compagnia di Sulmona, coordinata dal capitano Maurizio Dino Guida, nei confronti di L.P., un 39 enne di origine molisana. L’uomo- stando all’accusa- è stato sorpreso all’uscita della farmacia Del Monte subito dopo aver effettuato l’acquisto di medicinali con principio attivo “Fentanil” con prescrizioni indebitamente sottratte alla Asl e autonomamente compilate con contraffazione della firma del medico. L’arrestato- come accertato dai Carabinieri- si sarebbe quindi procurato medicinali completamente esenti da tiket, causando, dal mese di maggio ad ottobre 2019, un danno approssimativo di circa euro 22.000 al Servizio Sanitario Nazionale. Gli accertamenti posti in essere dai militari hanno permesso di acclarare la totale estraneità da parte del medico nella vicenda, nonché di rinvenire svariate ricette in bianco, alcune illecitamente acquisite nel 2017 presso l’ospedale di Larino, ed altre già timbrate sempre con timbro dello stesso medico. Il dipendente Asl, nel corso dell’udienza di convalida celebrata questa mattina in Tribunale, assistito dall’avvocato del foro di Sulmona Massimo Carugno, ha ammesso di essersi prescritto autonomamente dei farmaci ma ha pure spiegato che questi ultimi erano necessari per il suo uso esclusivamente personale in quanto affetto da patologia particolarmente dolorosa. Tant’è che il Gip, esaminando anche la cartella clinica e l’intera documentazione medica depositata dalla difesa, ha applicato la misura degli arresti domiciliari ma solo per l’accusa di truffa e non per peculato e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio ( articolo 73 testo unico). Il giudice ha autorizzato il 39 enne, infermiere presso il reparto di medicina del nosocomio cittadino, ad allontanarsi dal luogo di esecuzione della misura solo per recarsi a svolgere l’attività lavorativa. “Sono parzialmente soddisfatto”- dichiara l’avvocato della difesa, Massimo Carugno- “avevamo auspicato una revoca della misura cautelare ma non si può sottacere con soddisfazione che nel provvedimento il giudice abbia escluso, come abbiamo chiesto e documentato, la sussistenza del reato più grave e cioè relativo alla detenzione di farmaci ai fini di spaccio, riconoscendo che l’imputato li abbia detenuti ai fini propri per curare gravi patologie cui è affetto”. Oltre al procedimento penale, per il 39 enne molisano, potrebbe aprirsi anche quello disciplinare da parte dell’azienda sanitaria.

Andrea D’Aurelio

( Nella foto il momento della traduzione del dipendente Asl agli arresti domiciliari al termine dell’udienza di convalida)

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